Messalino di Venerdì 16 Marzo

Messalino di Venerdì 16 Marzo

 

Dal libro della Sapienza (2,1a.12-22)

Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.

* I malvagi sono decisi a mettere alla prova e ad infamare il buono, il giusto, colui che gli è un rimprovero vivente. Quest’ultimo, ridicolizzato, si difende asserendo che la sua giustizia, cioè la sua buona condotta, gli procurerà una morte felice, a causa di Dio.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 33)
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.

Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

 

Canto al Vangelo (cf Mt 4,4b)
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio! Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Dal Vangelo secondo Giovanni (7,1-2.10.25-30)

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

* Più Gesù afferma chiaramente l’origine divina della propria missione, più suscita l’astio dei suoi nemici. La gente semplice, invece, si chiede chi egli sia, ma non ha la forza di riconoscere in lui il Cristo, l’uomo mandato da Dio. Anzi, molti di loro forse faranno parte della folla che domanderà a gran voce la sua morte.

 

Spunti di Riflessione

«Io lo conosco, perché vengo da lui»
C’è un modo scontato di ascoltare la Parola di Dio che ci fa ritenere di conoscerla già. Come quegli uomini che davanti a Gesù pensano di sapere già chi è, perché sanno da dove viene. Basta loro qualche sommaria notizia a chiudere occhi e orecchie. Gesù però sfugge a questa logica della scontatezza e del pregiudizio. Per questo, quando tentano di arrestarlo, egli sfugge dalle loro mani. La verità non può essere incatenata. Gesù, ancora una volta, si mostra Signore della storia e del tempo. La sua ora non è ancora venuta. E sarà sempre lui a decidere anche l’ora della sua morte.
Gesù non presenta altri titoli e non vuole altri poteri al di fuori della sincerità del suo amore e della verità delle sue Parole. Sa da dove viene e dove va; conosce Colui che l’ha mandato e vuole realizzare la propria missione di salvezza.
I capi dei Giudei sono apertamente ostili a Cristo e insidiano la sua vita. È quasi un anticipo della Passione. Tutto il capitolo settimo del Vangelo di Giovanni, come anche l’ottavo, è pieno di scontri: Gesù viene ingiuriato. Gesù però si mantiene sempre di una calma sovrana. È Lui che sta all’uscio e bussa e attende, nonostante tutti i rifiuti, le ribellioni, i guizzi di collera da parte dell’individuo umano.

 

La Parola per me, Oggi

Oggi, con la mia astinenza, voglio portare in me il “cuore ferito” (cf Salmo) dell’umanità, i milioni di persone che muoiono di fame, i milioni di persone che non vedono rispettata la loro dignità umana, coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.

 

La Parola si fa Preghiera

Ascolta, Signore, il grido del tuo povero, perché Tu sei vicino a chi ha il cuore ferito, lo salvi da tutte le sue angosce.

 

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