Messalino di Venerdì 19 Gennaio

Messalino di Venerdì 19 Gennaio

 

Dal primo libro di Samuèle (24,3-21)

In quei giorni, Saul scelse tremila uomini valorosi in tutto Israele e partì alla ricerca di Davide e dei suoi uomini di fronte alle Rocce dei Caprioli. Arrivò ai recinti delle greggi lungo la strada, ove c’era una caverna. Saul vi entrò per coprire i suoi piedi, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna.
Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: “Vedi, pongo nelle tue mani il tuo nemico: trattalo come vuoi”». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide a stento dissuase con le parole i suoi uomini e non permise loro che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via.
Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore!». Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice: “Ecco, Davide cerca il tuo male”? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna; mi si diceva di ucciderti, ma ho avuto pietà di te e ho detto: “Non stenderò le mani sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore”. Guarda, padre mio, guarda il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c’è in me alcun male né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti; ma la mia mano non sarà mai contro di te. Come dice il proverbio antico:
“Dai malvagi esce il male,
ma la mia mano non sarà contro di te”.
Contro chi è uscito il re d’Israele? Chi insegui? Un cane morto, una pulce. Il Signore sia arbitro e giudice tra me e te, veda e difenda la mia causa e mi liberi dalla tua mano».
Quando Davide ebbe finito di rivolgere a Saul queste parole, Saul disse: «È questa la tua voce, Davide, figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. Poi continuò rivolto a Davide: «Tu sei più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho reso il male. Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me e che il Signore mi aveva abbandonato nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Quando mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare sulla buona strada? Il Signore ti ricompensi per quanto hai fatto a me oggi. Ora, ecco, sono persuaso che certamente regnerai e che sarà saldo nelle tue mani il regno d’Israele».

* La grandezza d’animo di Davide di fronte al nemico. Se ne ricava facilmente una lezione di perdono e di longanimità: vincere Golia è buona cosa, vincere se stesso è ben più onorevole!

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 56)
Pietà di me, o Dio, pietà di me.

Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te si rifugia l’anima mia;
all’ombra delle tue ali mi rifugio
finché l’insidia sia passata.

Invocherò Dio, l’Altissimo,
Dio che fa tutto per me.
Mandi dal cielo a salvarmi,
confonda chi vuole inghiottirmi;
Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà.

Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
Grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.

 

Canto al Vangelo (cf 2 Cor 5,19)
Alleluia... Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (3,13-19)

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici — che chiamò apostoli —, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

* Gesù prende con sé i dodici, gli eletti, per affidare loro una precisa missione. Inizia così la restaurazione della antica condizione “salvifica” del popolo eletto.

 

Spunti di Riflessione

Perché avessero il potere di scacciare i demoni
La lotta è tra Gesù e il demonio. Ma come mai il Signore ha dato tanto potere al demonio, che è una sua creatura? Questo mistero lo capiremo di là; certo però che vince il Signore. Ma noi dobbiamo continuare questa lotta-scontro col demonio, il quale è intelligentissimo.
L’Apocalisse dice che ha sette teste; noi ne abbiamo una. Quindi ci batte, è di una intelligenza sopraffina. È pericolosissimo, ed è di una astuzia formidabile. Ha una grande paura, anzi due grandi paure: la prima paura è la Parola di Gesù, non la può sentire, gli fa terrore… E poi la seconda paura: «Quella» (non la chiama mai «la Madonna», «l’Immacolata»). Ha una paura terribile, perché la Vergine e l’Emmanuele sono legati insieme. La Parola di Dio è la spada aguzza a doppio taglio, è il fulmine che lo incenerisce. E la Madonna è la creatura che gli schiaccia il capo, che lo vince.
«Con il potere di scacciare i demoni»: scacciare i demoni dalle anime, cioè scacciare il peccato dalle anime, portarle in grazia. La cosa più stupenda è portare le anime in grazia. Il demonio invece fa di tutto per trascinarci nel fuoco eterno, nell’infelicità eterna. E noi non ci badiamo… non ci crediamo. E quanta gente si perde; nessuno gliene parla mai. Non si parla più dell’inferno, del demonio… mentre è una realtà, e che realtà!

 

La Parola per me, Oggi

Come Davide vince Golia, oggi voglio impegnarmi a vincere le mie mancanze e negligenze.

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, facci capire che non serve a niente ripiegarci su noi stessi e lamentarci per le nostre povertà. Aiutaci a dirti “sì” fino in fondo, a gridarti con la vita: “Eccomi, Signore, hai bisogno di me?”. Ecco sono pronto!

 

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