Messalino di Venerdì 4 Agosto

Messalino di Venerdì 4 Agosto

 

Dal libro del Levitico (23,1.4-11.15-16.27.34b-37)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Queste sono le solennità del Signore, le riunioni sacre che convocherete nei tempi stabiliti.
Il primo mese, al quattordicesimo giorno, al tramonto del sole sarà la Pasqua del Signore; il quindici dello stesso mese sarà la festa degli Àzzimi in onore del Signore; per sette giorni mangerete pane senza lievito. Nel primo giorno avrete una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile. Per sette giorni offrirete al Signore sacrifici consumati dal fuoco. Il settimo giorno vi sarà una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile».
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla agli Israeliti dicendo loro: “Quando sarete entrati nella terra che io vi do e ne mieterete la messe, porterete al sacerdote un covone, come primizia del vostro raccolto. Il sacerdote eleverà il covone davanti al Signore, perché sia gradito per il vostro bene; il sacerdote lo eleverà il giorno dopo il sabato.
Dal giorno dopo il sabato, cioè dal giorno in cui avrete portato il covone per il rito di elevazione, conterete sette settimane complete. Conterete cinquanta giorni fino all’indomani del settimo sabato e offrirete al Signore una nuova oblazione.
Il decimo giorno del settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una riunione sacra, vi umilierete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore.
Il giorno quindici di questo settimo mese sarà la festa delle Capanne per sette giorni in onore del Signore. Il primo giorno vi sarà una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile. Per sette giorni offrirete vittime consumate dal fuoco in onore del Signore. L’ottavo giorno terrete la riunione sacra e offrirete al Signore sacrifici consumati con il fuoco. È giorno di riunione; non farete alcun lavoro servile.
Queste sono le solennità del Signore nelle quali convocherete riunioni sacre, per presentare al Signore sacrifici consumati dal fuoco, olocausti e oblazioni, vittime e libagioni, ogni cosa nel giorno stabilito”».

* La festa celebra le principali tappe (passate o escatologiche) della collaborazione della libertà di Dio con quella dell’uomo nella costruzione del mondo e nell’orientamento della sua storia.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 80)
Esultate in Dio, nostra forza.

Intonate il canto e suonate il tamburello,
la cetra melodiosa con l’arpa.
Suonate il corno nel novilunio,
nel plenilunio, nostro giorno di festa.

Questo è un decreto per Israele,
un giudizio del Dio di Giacobbe,
una testimonianza data a Giuseppe,
quando usciva dal paese d’Egitto.

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.

 

Canto al Vangelo (1 Pt 1,25)
Alleluia...La parola del Signore rimane in eterno: e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58)

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

* I Nazaretani sentono le sue opere come una provocazione, invece che come un segno di grazia. Il motivo della loro altezzosa domanda è il fatto che essi lo conoscono bene!

 

Spunti di Riflessione

Chi è Costui?
La gente di Nazaret non sa collegare le origini di Gesù con la sapienza dei suoi insegnamenti e con la potenza dei suoi miracoli. La vera ragione delle loro obiezioni sta nell’incredulità. Ciò che capita a Gesù nella sua patria gli accadrà con tutto il popolo. Egli non viene riconosciuto neppure come profeta, tanto meno come Messia.
Davanti a Gesù non si danno che due possibilità per gli uomini: o aprirsi nella fede o chiudersi nello scandalo. I suoi concittadini si scandalizzano di lui. Questo è proprio l’opposto di un comportamento di fede. Lo scandalo viene dal basso, dall’uomo e dal male; esso distrugge la fede o non la lascia nemmeno nascere. Gesù diventa occasione di scandalo, senza avervi contribuito in alcun modo.

Gesù cita un proverbio: nessun profeta vale qualcosa nella sua patria e in casa sua. Sembra essere una legge che debba sorgere lo scandalo proprio là dove meno lo si aspetterebbe. L’uomo viene meno più facilmente nel proprio ambiente, dove più difficilmente sa distinguere tra ciò che viene dal basso, dalla tradizione della famiglia e del paese e dalla forza del sangue, e ciò che entra nel mondo dall’alto. Questa disposizione manchevole è già, alla radice, incredulità. È per l’incredulità che Gesù non può compiere miracoli a Nazaret. Il miracolo è legato all’apertura e alla fiducia dell’uomo.

 

La Parola per me, Oggi

Scandalizza chi compie un’azione cattiva, e può suscitare scandalo anche chi si dà da fare per il Regno di Dio. Non c’è da meravigliarsi: anche Gesù ha dato “scandalo”. Non preoccuparti quindi se potrai suscitare qualche scandalo perché la pensi diversamente dall’opinione comune, perché hai il coraggio di annunciare la verità.

 

La Parola si fa Preghiera

Signore Gesù, aiutami a riconoscerti nelle parole del fratello, nelle opere del vicino, e ad amare tutti coloro che, in modi diversi, collaborano all’avvento del Regno di Dio nella loro patria.

 

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