Messalino di Domenica 2 Marzo

Messalino di Domenica 2 Marzo

 

Dal libro del Siracide (27,4-7)

Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

* La parola è rivelatrice del pensiero e del cuore dell’uomo. La mancanza di amore e di bontà si manifesta nel giudizio di condanna e nell’arroganza delle parole.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 91)
È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15,54-58)

Fratelli, quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

* Il trionfo di Cristo deve essere completo, tutto ciò che è corruttibile deve essere trasformato dalla sua gloria. Allora la morte sarà vinta definitivamente.

 

Canto al Vangelo (cf At 16,14b)
Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (6,39-45)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

* Gesù coinvolge l’intimo di chi accoglie la sua Parola e porta alla maturità dell’amore. Il discepolo, chiamato a essere luce per gli altri, deve avere un cuore che sovrabbondi di ogni bene.

 

Spunti di Riflessione

Il frutto dimostra come è coltivato l’albero

* Quando un uomo comincia a riflettere, o meglio a riflettersi in Dio, come in uno specchio, «gli appaiono i suoi difetti». In definitiva s’accorge di non saper amare. Finché viviamo quaggiù, noi viviamo in un miscuglio di luci e di tenebre che continuamente si addensano nel nostro cuore. Luci che folgorano, tenebre che fermano, frenano la grazia, trattengono la luce. È un processo continuo di maturazione.
«Il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo». La parola infatti è rivelatrice del pensiero e del cuore dell’uomo. L’intimo dell’uomo è buono se riflette un amore umile. Umiltà e amore costituiscono essenzialmente un tutt’uno, anzi l’umiltà è l’amore alzato all’ultima, estrema purezza, è il vertice dell’amore. L’umiltà è quella forza così potente, così estrema che spinge l’amore a donarsi generosamente.
L’uomo è veramente se stesso, quando si stacca dal proprio io. Quando non vive fuori del proprio io, non è più umile. Senza umiltà noi si diventa grossolani, monotoni; si diventa superficiali. L’umiltà dà spazio agli altri, riconosce e ama la loro personalità, li accetta come diversi da sé, li fa più grandi, si rifiuta di renderli strumenti della propria glorificazione personale. Ognuno è quello che dona. Ciò che è divino parla nel silenzio.

* «La parola rivela i pensieri del cuore». Occorre che le nostre parole siano espressione di saggezza e di bontà. Una persona di grande responsabilità, prima di ogni incontro pregava così: «Signore, fa’ che ogni mia parola sia espressione di verità, di umiltà e di carità». Anche il silenzio è rivelatore di una persona; un silenzio che sia profondità, pienezza, rifluire tranquillo di vita nascosta...

La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda

* «Può forse un cieco guidare un altro cieco?». Gli scribi si autodefiniscono guide del popolo. Ma poiché la nuova mèta che Dio ha fissato al cammino di questo popolo è il suo Regno, chi è cieco dinanzi ai segni del Regno che si approssima, non può fungere da guida.

* La natura del cuore dell’uomo si comprende dai suoi gesti e dalle sue parole: «Ogni albero si riconosce dal suo frutto». Quando la Parola di Gesù è accolta da questo cuore, quando il Regno, la giustizia di Dio lo hanno conquistato, allora il cuore è diventato un tesoro dal quale fluisce il bene.
Il Cuore della Vergine è il tesoro più prezioso di Dio; Cuore Immacolato, perché tutto invaso e posseduto dalla Parola di Dio, dal Verbo.

 

La Parola per me, Oggi

«Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello?». Gesù invita all’umile amore. L’umiltà è verità, perché è nell’umiltà che l’uomo riconosce veramente se stesso.

 

La Parola si fa Preghiera

La parola che risuona nella tua Chiesa, o Padre, come fonte di saggezza e norma di vita, ci aiuti a comprendere e ad amare i nostri fratelli, perché non diventiamo giudici presuntuosi e cattivi, ma operatori instancabili di bontà e di pace.

 

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