Messalino di Giovedì 4 Ottobre

Messalino di Giovedì 4 Ottobre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (6,14-18)

Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

* La salvezza si trova in realtà soltanto nella croce. Essa non rappresenta semplicemente il supplizio inflitto per errore ad un giusto. È il mezzo che Dio stesso scelse per salvare il mondo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 15)
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

 

Canto al Vangelo (cf Mt 11,25)
Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

* «Hai nascosto»: la volontà positiva di Dio non è proprio quella di escludere i sapienti e i saggi di questo mondo dalla rivelazione evangelica. Qui si vuol solo indicare qual è l’unica via per raggiungere i misteri del Regno: la «semplicità», la piccolezza.

 

Spunti di Riflessione

Perché nasce dall’amore
Perché Dio è umile? Ci può aiutare un’affermazione nitida della Scrittura: «Dio è Amore» (1 Gv 4,8.16). Ma cos’è l’Amore? L’Amore, nella sua verità divina e non nella caricatura coniata dagli uomini, è dono gratuito di sé: Dio pertanto, proprio perché è Amore, è un mistero di dono infinito. Ma se Dio è dono infinito di sé, Dio non conosce alcuna forma di egoismo: Egli dona soltanto; e, nei confronti degli uomini, Dio può donare soltanto facendosi piccolo e scendendo nella nostra povera storia per riempirla del mistero del suo Amore. Se questo è il mistero intimo di Dio, noi potremmo incontrare Dio soltanto avvicinandoci alla sua umiltà: noi dobbiamo scendere (e ne abbiamo mille motivi!) e, nel discendere, troveremo la sorpresa di incontrare Dio, perché Dio è umiltà!

S. Francesco: come Gesù
Stupendamente, il Celano, contemplando S. Francesco appena morto e deposto nudo per terra, scrisse: «In lui appariva l’immagine della croce e della passione dell’Agnello immacolato che lavò i peccati del mondo; sembrava di fresco deposto dalla croce, con le mani e i piedi trapassati dai chiodi e dal lato destro come ferito da lancia».
Forse l’immagine più espressiva realizzata dall’arte raffigurativa sul Poverello di Assisi è quella del Murillo, che ci mostra S. Francesco stigmatizzato nell’atto di abbracciare e di essere abbracciato da Gesù Crocifisso.
Gesù e S. Francesco: due poveri e due crocifissi. Il sogno di S. Francesco si è realizzato: sposare la povertà crocifissa sulla croce, per essere Uno con Gesù, “povero e crocifisso”.

 

La Parola per me, Oggi

Charles de Foucauld arrivò ad esclamare: «Mio Dio, un tempo credevo che per arrivare a te fosse necessario salire: ora ho capito che bisogna scendere: scendere nell’umiltà!». È un viaggio che tutti siamo chiamati a fare: ne vale la pena perché si tratta di poter incontrare Dio!

 

 

La Parola si fa Preghiera

O alto e glorioso Dio, mio Signore Gesù Cristo, tu che sei la luce del mondo, metti carità, te ne supplico, negli abissi oscuri del mio spirito. Fammi tre regali: la fede diritta come una spada; la speranza grande come il mondo; l’amore profondo come il cuore. Ti chiedo ancora, o mio Signore, un favore: che tutte le mattine, al sorgere dell’alba, appaia chiaro come il sole davanti a me la tua santissima volontà, perché io possa camminare sempre alla tua luce. E abbi pietà di me, Gesù. (S. Francesco)

         Il Mio Rosario

  1. Maria, Vergine del canto

Entrando da Elisabetta Maria esplode nel canto: comunica così la sua gioia. Un canto che è preghiera: lode e benedizione all’Altissimo.

Impariamo da Maria a lodare e benedire il Signore per tutto ciò che opera.

Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus