Messalino di Martedì 13 Dicembre

Messalino di Martedì 13 Dicembre

Dal libro del profeta Sofonìa (3,1-2.9-13)

Così dice il Signore:
«Guai alla città ribelle e impura,
alla città che opprime!
Non ha ascoltato la voce,
non ha accettato la correzione.
Non ha confidato nel Signore,
non si è rivolta al suo Dio».
«Allora io darò ai popoli un labbro puro,
perché invochino tutti il nome del Signore
e lo servano tutti sotto lo stesso giogo.
Da oltre i fiumi di Etiopia
coloro che mi pregano,
tutti quelli che ho disperso, mi porteranno offerte.
In quel giorno non avrai vergogna
di tutti i misfatti commessi contro di me,
perché allora allontanerò da te
tutti i superbi gaudenti,
e tu cesserai di inorgoglirti
sopra il mio santo monte.
Lascerò in mezzo a te
un popolo umile e povero».
Confiderà nel nome del Signore
il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità
e non proferiranno menzogna;
non si troverà più nella loro bocca
una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare
senza che alcuno li molesti.

* Al popolo di Giuda viene annunciato il rinnovamento spirituale, il trionfo degli umili miseri. In mezzo alla comunità corrotta e ribelle, infatti, Sofonia scorge un piccolo gruppo rimasto fedele a Jahvè.

 

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 33)
Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

 

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia. Vieni, Signore, non tardare: perdona i peccati del tuo popolo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

* Il figlio che ha l’approvazione di Gesù, è quello che, cambiando parere, fa la volontà del Padre. Ora, questo figlio rappresenta il peccatore pentito, mentre i Farisei “dicono e non fanno”. L’applicazione di Gesù è chiara: la chiamata alla vigna è l’entrata nel Regno.

 

Spunti di Riflessione

«Non vi siete pentiti così da credergli»
«Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò». Inizialmente è una risposta sgarbata, quasi villana. «Ma poi si pentì...». Che cosa è intervenuto in quel primo figlio? Il pentimento, che ha rotto il suo egoismo, e lui ha cambiato strada.
«I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio»: le due categorie di peccatori pubblici, vi passano avanti nel regno di Dio: “entrano loro sì, e voi no”. E poi Gesù documenta: «Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia e non gli avete creduto...». L’incredulità è un chiudersi alla Parola di Dio, è l’ascoltare solo se stessi. «...i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto»: dal loro fondo di miseria si sono aperti alla Parola di Dio. «Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Ecco l’origine dell’incredulità: l’ostinazione nel peccato, la continua adorazione di sé. Che cosa può distruggere l’incredulità? Il pentimento.
Viene messa a nudo la contrapposizione tra il dire e il fare. Quello che importa è «fare la volontà del Padre».
Ecco la risposta di Gesù ai sacerdoti e anziani del popolo che non hanno creduto a Giovanni: assomigliano al figlio che si dichiara pronto a fare la volontà del padre, ma in realtà non la compie. Quelli invece che apparentemente dicono di no come gli strozzini, i pubblicani, le prostitute, hanno creduto a Giovanni e sono i veri poveri.

 

La Parola per me, Oggi

Oggi rifletto sulla mia relazione con Dio, sulla mia realtà come figlio/figlia del Padre che ascolta, accoglie, obbedisce e lavora effettivamente nella vigna del Signore.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, aiutami a capire ciò che nella mia vita è ostacolo ad una relazione più intima con te. Aiutami a capire come posso convertirmi giorno per giorno. Vieni, Signore Gesù!

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