Messalino di Martedì 22 Agosto

Messalino di Martedì 22 Agosto

 

Dal libro del profeta Isaia (9,1-6)

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Madian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

* La Salvezza è vicina. Il profeta la vede; la vede avvicinarsi come qualcuno che viene da lontano e che giunge improvviso. C’è una gran luce nel paese; dovunque grida d’allegrezza come alla spartizione del bottino (9,2). La fonte? Colui che reca questa liberazione e questa pace. È l’Emmanuele.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 112)
Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.

 

Canto al Vangelo (cf 1,28.42)
Alleluia, alleluia. «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te, benedetta tu fra le donne». Alleluia

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

* «Nulla è impossibile a Dio». Questa è la frase tutta luce che costituisce la fede incrollabile di Maria, la Tutta Fede. Si è abbandonata a Dio. Succeda quello che si vuole.

 

Spunti di Riflessione

«Il Signore è con te»
«Una Vergine»: la Vergine Maria ha 15-16 anni, è nel fiore dell’adolescenza, è un fiore bellissimo. Maria con quell’anima verginale, trinitaria, immacolatissima doveva avere una luce, un profumo ineguagliabile.
«Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù». Gesù vuol dire “Dio che salva”, è lo stesso che Emmanuele = Immanu el: con noi Dio. Gesù = Jeoshua: Dio che salva, Dio con noi per salvarci. È lei che gli darà il nome. La fede deve prendere nel suo amore queste due realtà stupende: la Vergine e il Dio-Bimbo (l’Emmanuele), non si possono dissociare, non possiamo disgiungerli. Dove c’è Gesù c’è Maria; dove c’è Maria c’è Gesù. A Gesù per Maria. La Vergine-l’Emmanuele, quindi l’amore alla Madonna, l’amore all’Eucarestia, legatissime l’una all’altra.
«Lo Spirito Santo scenderà su di te». È tutta opera divina dello Spirito Santo che attraverso il nuovo Adamo e la nuova Eva cambierà tutto il mondo. E Dio sta realizzando tutto. Nonostante tutte le difficoltà, l’incredulità, nonostante le leggi contrarie, ecc., Dio realizzerà. Vedrete che sarà il trionfo di quel Figlio della Vergine che regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe, cioè sulla Chiesa. «E il suo regno non avrà fine».
«Non avrà mai fine»: si dischiude dinanzi l’eternità. Passeranno i secoli dei secoli e noi ci saremo sempre e saremo legatissimi alla Vergine e all’Emmanuele, alla Madonna e a Gesù, in questa fede che sboccerà in un amore che non avrà più fine.

S. Caterina da Siena, Dottore della Chiesa e Patrona d’Italia, scrisse: «Maria fu quel campo dolce dove fu seminato il seme del Verbo incarnato. In questo benedetto dolce campo di Maria il Verbo fece come il seme che si getta sulla terra: per il caldo del sole germina e trae fuori il fiore ed il frutto. O beata e dolce Maria, tu ci ha donato il cuore del dolce Gesù». «Maria occupa nella Chiesa, dopo Cristo, il posto più alto e a noi più vicino» (Papa Paolo VI).

 

La Parola per me, Oggi

In ogni momento Maria rispose «sì» al Padre Celeste con la totalità di sé stessa. Il suo «sì» al Padre, pur crescendo, fu in ogni istante il massimo di quel che poteva essere in quell’istante. La santità di Maria si concentra tutta nella fede, cioè nella fedeltà completa e incessante alle parole programmatiche dette da Lei all’Angelo: «Si faccia di me secondo la tua parola».

 

 

La Parola si fa Preghiera

Tu hai accolto, Madre, la divina linfa dell’albero della Vita. Sul ramo secco delle tragedie umane ora tornano a spuntare i fiori per gli ultimi tempi riservati allo Spirito, a quella fulgida aurora che non conoscerà tramonto. Dabar: parola creatrice fonte di una nuova vita. “Ecco sono la serva del Signore” e il “Verbo si fece carne”. (Valentino Savoldi)

 

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