Messalino di Martedì 23 Ottobre

Messalino di Martedì 23 Ottobre

 

Dalla lettera di  san Paolo apostolo agli Efesìni (2,12-22)

Fratelli, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

* Il quadro dei pagani è di uomini che sono ancora senza Cristo. L’espressione è molto forte: essere senza Cristo significa essere tagliati fuori da lui e non avere accesso alla conoscenza dell’Amore di Dio. In Lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore. Ecco la meta: l’erezione di un tempio santo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 84)
Il Signore annuncia la pace al suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

 

Canto al Vangelo (Lc 21,36)
Alleluia, alleluia. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (12,35-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

* Il Vangelo ci invita a star pronti perché non sappiamo quando il Signore verrà. I fianchi cinti e le lucerne accese: si tratta di tenersi pronti in tenuta da viaggio!

 

Spunti di Riflessione

Sempre pronti
L’uomo non conosce l’ora della sua morte, l’umanità non sa quando ci sarà il ritorno trionfale del Signore. Occorre quindi vigilanza spirituale. Il Vangelo di oggi canta la verità più bella del cristianesimo: la vita non è la festa, ma l’attesa della festa. È la verità che redime la morte: il credente vede al di là e la fede gli anticipa la vita che verrà. È la verità che fa giustizia di tutte le situazioni: malati e sani, ricchi e poveri, intelligenti e sprovveduti… sappiano che queste situazioni appartengono al tempo dell’attesa. È la verità che ha aperto il cristianesimo all’amore di ogni uomo: l’infelice, il lebbroso, l’handicappato contano quanto i sani, anzi vengono chiamati beati, perché più degli altri possono capire la speranza e vivere l’attesa. Noi cristiani, nel mondo, siamo allora chiamati a ricordare l’eternità, siamo chiamati a svegliare gli uomini dall’amnesia dell’al di là. Per questo il cristiano deve vivere in modo tutto nuovo il legame con le cose: «Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli…». Per questo la malattia e le morte sono per il cristiano un’occasione privilegiata di libertà, una verifica di maturità per l’eternità.

 

La Parola per me, Oggi

L’attesa dell’eternità non è un anestetico che ci addormenta, ma un pungolo che ci spinge a trafficare il presente nella logica dell’amore di Dio. Vivi il tuo oggi in vista dell’Eternità!

 

 

La Parola si fa Preghiera

Accendi nel nostro cuore, Signore, la lampada dell’attesa. E quando saremo stanchi e il presente si farà buio, sussurraci che tu non tarderai ad arrivare e farai festa con noi, se sapremo attenderti.

 

Il Mio Rosario

  1. Maria, Stella dell’evangelizzazione

Simeone ha annunziato il destino di Cristo: donare agli uomini la salvezza a prezzo di un grande sacrificio.

Aiutaci, o Maria, a custodire nel cuore la generosità delle nostre offerte. Nell’ora delle rinunce o dei distacchi che amareggiano la vita, fa’ che ci ricordiamo di vivere per collaborare con Cristo alla sua opera di salvezza.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria

 

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