Messalino di Domenica 12 Agosto

Messalino di Domenica 12 Agosto

 

Dal primo libro dei Re (19,4-8)

In quei giorni, Elìa si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati e mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve.
Con la forza di quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.

* Elìa affonda nello scoraggiamento totale: è la crisi. Il cibo misteriosamente recatogli ricorda la manna e l’acqua della roccia (Es 16;17). Dio non abbandona mai i suoi servitori.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 33)
Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,30 - 5,2)

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

* Occorre scalare la montagna dell’amore in cordata con tutti verso le vette luminose della carità. Ai piedi della montagna santa bisogna deporre «l’asprezza, lo sdegno, l’ira, il clamore, la maldicenza con ogni sorta di malignità».

 

Canto al Vangelo (Gv 6,51)
Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,41-51)

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno ammaestrati da Dio”. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

* I Giudei mormorano e contestano (come gli Ebrei nel deserto) appena Gesù dichiara che «è disceso dal cielo». Non arrivano ad accettare Gesù: come osa rivendicare per sé un’origine celeste?

 

Spunti di Riflessione

«Chi sei tu?»
Mistero della persona, dell’origine, dell’autorità di Gesù. Solo la fede che è un dono del Padre, permette di rispondere a queste domande supreme. Gesù respinge le critiche e fa un’affermazione più grande ancora: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Venire a Gesù è credere in lui. Dio solo può rivelarci Gesù. La Bibbia è una lenta progressione verso la rivelazione piena del Figlio di Dio. Il Santo Curato d’Ars diceva: «Verranno dei giorni in cui gli uomini saranno così stanchi delle parole umane che quando gli si parlerà di Gesù e del Vangelo si metteranno a piangere».
Il banchetto che la Sapienza offre a coloro che la seguono ha queste parole, nel Libro dei Proverbi: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il mio vino che ho preparato» (Pr 9,5-6). Questo testo è stato chiamato il «protovangelo dell’Eucaristia».
Nella Bibbia, come in S. Giovanni, il banchetto messianico è legato alla distruzione finale della morte e alla risurrezione; chi partecipa a quel banchetto vivrà. Fin dall’inizio del capitolo 6°, S. Giovanni ha in vista l’Eucaristia, ma con una lenta progressione, con una pedagogia meravigliosa.

Il «pane» è anzitutto il pane materiale moltiplicato; poi, è la fede che permette di nutrirsi della Parola di Dio; poi, è la Persona di Gesù disceso dal cielo; infine scocca la rivelazione: «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Gesù dichiara che per diventare pane vivo gli occorrerà passare attraverso la morte. La sua morte avrà un valore sacrificale: è il suo Corpo offerto per noi, il suo Sangue versato per noi. Si arriva a Dio solo per mezzo di Gesù; ma perché l’uomo abbia accesso a Dio bisogna che Gesù muoia: «La mia carne per la vita del mondo». L’ombra della croce plana su tutto il discorso eucaristico.
Per credere in Gesù, bisogna essere attirati dal Padre: è questa una regola che non ammette eccezioni e rivela che nell’opera della salvezza è Dio Padre che ha l’iniziativa. Dio non violenta mai; sollecita la libera risposta dell’uomo.
Mormorare contro Dio e contro il suo inviato Gesù, è la tentazione permanente alla quale non sfuggono nemmeno gli uomini d’oggi.

 

La Parola per me, Oggi

«Camminate nella carità nel modo che anche Cristo vi ha amato»: l’invito a seguire Cristo sfocia naturalmente nel dono di sé. Quando si ha per centro il Cristo, si è decentrati da se stessi; ci si dona come lui, che ci ha amati di un amore sconfinato: «Ha dato se stesso per noi offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore».

 

 

La Parola si fa Preghiera

Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché perseverando nella fede di Cristo giunga a contemplare la luce del tuo volto.

 

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