Messalino di Domenica 16 Settembre

Messalino di Domenica 16 Settembre

 

Dal libro del profeta Isaìa (50,5-9a)

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?

* Il capitolo 50 di Isaia è praticamente costruito in forma di dibattito giudiziario: prima Dio e poi il profeta-Servo convoca in giudizio gli avversari. Il profeta, ispirandosi probabilmente ad esempi a lui contemporanei, profila al vivo il ritratto del vero Servo di Dio.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 114)
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».

Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.

Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.

 

Dalla lettera di san Giacomo apostolo (2,14-18)

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».

* La sfida. Io ho la fede, dice uno. Gli si può rispondere: se non hai le opere, come puoi provarlo? Io invece, dirà un altro, ho le opere, dunque ho la fede da cui procedono.

 

Canto al Vangelo (Gal 6,14)
Alleluia, alleluia. Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (8,27-35)

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

* Secondo Pietro non c’è dubbio: Gesù è il Messia. Per prudenza, per evitare ogni effervescenza popolare male indirizzata, Gesù impone il silenzio ai suoi apostoli, ma senza sconfessarli, al contrario.

 

Spunti di Riflessione

«Se qualcuno vuol venire dietro a me...»
In che modo Gesù, il Messia, avrebbe procurato la salvezza degli uomini? Egli sarà Messia attraverso la più umiliante delle sofferenze, quella della Croce. L’incomprensione e il tentativo di dissuasione da parte di Pietro sono per Gesù una vera tentazione, che egli scarta con forza. Gesù obbliga i suoi, se vogliono essere suoi discepoli, a perdere la propria vita «per me e per il Vangelo». Non basta credere in Gesù nonostante la croce; bisogna anche seguire Gesù portando la croce. La sofferenza è la grande educatrice dell’uomo.

In tutti i racconti della Passione di Gesù si profila in filigrana una figura misteriosa: la figura del Servo sofferente. Il Servo sofferente delinea i diversi aspetti della sua tormentata esistenza: accoglienza alla Parola di Dio; fedeltà nel trasmetterla; persecuzioni incontrate da parte dei suoi compatrioti; proteste di innocenza; affermazioni di fiducia, appelli a coloro che temono Dio; minacce ai malvagi. «Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati», cioè da vero discepolo; mi ha dato parole tali che possano confortare gli sfiduciati. Ogni mattina il Servo sofferente «apre l’orecchio e fa attenzione» alla voce di Dio. La Parola di Dio lo sveglia, e, durante la giornata lo guida.

 

La Parola per me, Oggi

Ascoltiamo Dio oggi anche nel dolore. Cercare di accogliere con pace la nostra Croce è un modo per non opporre resistenza, per non tirarci indietro, che ci farà comprendere meglio il segreto del “Servo sofferente”.

 

La Parola si fa Preghiera

Mi hai aperto l’orecchio, Signore, che io non ti ponga resistenza. Fammi attento perché io ti ascolti. Le mie lacrime rischiarino i miei occhi perché io possa contemplare il tuo mistero di amore e dolore, senza restare confuso.

 

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