Messalino di Domenica 17 Novembre

Messalino di Domenica 17 Novembre

 

Dal libro del profeta Malachìa (3-19,20a)

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

* I profeti impiegano il termine semitico jôm (giorno) quando parlano dei grandi interventi divini. Qui il termine indica il giorno eterno, il giorno della venuta definitiva di Dio, il giorno in cui sorgerà per i buoni, cioè per quelli che attendono con amore la sua venuta, «il sole di giustizia con raggi benefici».

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 97)
Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.

Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (3,7-12)

Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

* La vita della Chiesa è una lunga vigilia, una preparazione attiva e paziente al ritorno del suo Sposo. Essa non deve disertare dal mondo per prepararsi meglio a questo incontro; anzi: deve penetrare nella sua notte per farvi brillare la luce della speranza.

 

Canto al Vangelo (Lc 21,28)
Alleluia, alleluia. Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (21,5-19)

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

* Le imponenti mura del Tempio si innalzano su robuste fondamenta, che sembrano incrollabili. Tutto cadrà un giorno in polvere e cenere. La caducità e la fragilità delle cose terrene dovrebbero ricordare all’uomo la realtà divina che sola non passa: Dio.

 

Spunti di Riflessione

Prima della fine
La domanda circa il tempo e il segno della rovina di Gerusalemme non riceve risposta. Gesù parla invece dei segni che precederanno la fine del mondo: i falsi profeti, le catastrofi, le persecuzioni contro la Chiesa.
La comparsa di seduttori pericolosi, di falsi profeti e falsi messia che si presentano in nome di Gesù e citano le sue parole in appoggio alle loro idee (si attribuiscono il nome ineffabile di Dio: «Io Sono») è un segno che può trarre in inganno i cristiani che attendono con ansia il ritorno del Signore. Non è facile vederci chiaro in simili eccitanti messaggi. I Non c’è che la Parola di Gesù che possa smascherarli, e l’umiltà della fede.

Le persecuzioni, i tribunali, le pene saranno sostenute dai discepoli a causa del nome di Gesù. Attraverso la persecuzione vengono aperte porte che dànno occasione di testimoniare in favore di Cristo. Paolo per esempio può far sapere ai Filippesi che la sua incarcerazione serve alla corsa del Vangelo nel mondo (1,12s). I discepoli però ricevono una Parola che devono imprimersi indelebilmente nell’anima per il tempo delle persecuzioni: sarà questa Parola di Gesù, annunciata al momento giusto dallo Spirito Santo, che gli darà lingua e sapienza irresistibile. Nessuno di loro verrà abbandonato all’arbitrio dei persecutori: «nemmeno un capello del vostro capo perirà», assicura Gesù.
Per il cristiano tutto fa perno sulla costanza nella fede.

 

La Parola per me, Oggi

Raccogliamo l’invito pressante di Gesù a non distogliere la nostra attenzione dal presente, ma a viverlo intensamente, attimo per attimo, cogliendone già ora la Realtà eterna, quella che ha il Futuro garantito, tanto garantito da fondare la Speranza dell’oggi.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, principio e fine di tutte le cose, che raduni tutta l’umanità nel tempio vivo del tuo Figlio, fa’ che attraverso le vicende, lieti e tristi, di questo mondo, teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita.

◊ L’ORA DELLA MORTE
S. Tommaso Moro, al carnefice, disse allegramente: «Stai per rendermi il miglior servizio. Fatti coraggio, e colpisci giusto». E spostando la barba «che non aveva commesso tradimento» ricevette il colpo.

 

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