Messalino di Domenica 2 Aprile

Messalino di Domenica 2 Aprile

Dal libro del profeta Ezechiele (37,12-14)

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

* Il profeta annuncia al popolo che non tutto è perduto e che ci sarà, per voler di Dio, una restaurazione nazionale paragonabile a una nuova creazione che Dio non realizzerebbe più da sé, ma di cui affiderebbe la responsabilità al ministero profetico. Il soffio del profeta ispirato animerà d’ora in poi il nuovo uomo, soffio di Dio, come in Gn 2,7, ma divenuto parola profetica e spirito nuovo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 129)
Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8, 8-11)

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. 

* S. Paolo si augura che i cristiani siano «inabitati» dallo Spirito Santo perché questa è l’unica condizione per appartenere a Cristo. Cristo infatti è diventato, per la risurrezione, «Spirito vivificante» (1 Cor 15,45).

 

Canto al Vangelo  (cf Gv 11,25.26)
Lode e onore a te, Signore Gesù! Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore, chi crede in me non morirà in eterno. Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dal Vangelo secondo Giovanni (11,3-7.17.20-27.33b-45) - Forma breve

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

* «Io sono la risurrezione». In quanto Figlio di Dio, Gesù non è solamente mediatore per i suoi fedeli (v. 22), ma anche autore o causa efficiente di quella vita superiore che vince la morte e la tomba, e che non viene data soltanto nell’ultimo giorno.

 

Spunti di Riflessione

«Io sono la risurrezione e la vita»
Nel racconto evangelico vi è un’atmosfera di dolore (nelle due sorelle, Marta e Maria di Betania) e di paura (nei discepoli, soprattutto in Tommaso). I due sentimenti non sono estranei a Gesù: anche Lui prova dolore e tristezza; ma fa vedere nella morte un significato di redenzione e di risurrezione; e chiama la morte «sonno»: «Il nostro amico Lazzaro si è addormentato, ma vado a svegliarlo».
«Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». La malattia di Lazzaro non solo rivela Dio Padre, ma rivela anche la gloria divina del Figlio, cioè la sua vittoria sulla morte. Il Concilio di Calcedonia, dopo secoli di controversie appassionate, dirà: «Il Verbo divino, Figlio unico di Dio, nato dalla Vergine Maria, è in due nature distinte, senza confusione, senza divisione, senza separazione e senza cambiamento».
«Gesù quando vide Maria piangere si commosse profondamente». S. Giovanni è tutto rivolto a guardare il volto di Cristo per leggervi l’alterazione così umana dei suoi lineamenti: Gesù si turba; Gesù freme; Gesù piange; Gesù alza gli occhi; Gesù grida; Gesù si lascia contagiare dal dolore.
Gesù pianse: in certe ore le lacrime sono l’unica maniera che ci resta di amare e di pregare. A Betania, Gesù ha dato un valore divino alle lacrime dell’amicizia: «Vedete come l’amava». Gesù era così: fraterno e fedele; sensibile e delicato; assaporava le gioie dell’amicizia; rischiò la vita per testimoniare la sua fedeltà agli amici di Betania. Dal suo volto traspariva la luce di Dio-Amore.

Lazzaro, amato da Gesù, è malato, muore, è sepolto, è in piena putrefazione; l’orrore fetido della decomposizione è il segno della morte totale in cui ci immerge il peccato. Il Battesimo (e il suo prolungamento che è la Confessione o Sacramento della Riconciliazione) è la potenza di Gesù, che è Risurrezione e Vita. Lazzaro esce dal sepolcro svincolato «dalle fasce e dai legami della morte» (Salmo 115, 3) più vivo di prima: così appariva il neo-battezzato quando risaliva dalla vasca battesimale; e così appare ogni cristiano quando ha ricevuto l’assoluzione sacramentale. Cristo può far risorgere i morti alla Grazia; Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, se è realmente amata, impedisce che la morte ci separi dal suo Figlio Gesù.

 

La Parola per me, Oggi

Oggi mi lascio ripetere da Gesù l’interrogativo che egli pose a Marta: credi tu questo? Sì, è a me che il Signore chiede di essere “vero” fino in fondo nella mia fede in Lui.

 

La Parola si fa Preghiera

Eterno Padre, la tua gloria è l’uomo vivente; tu che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, guarda oggi l’afflizione della Chiesa che piange e prega per i suoi figli morti a causa del peccato, e con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova.

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