Messalino di Domenica 25 Settembre

Messalino di Domenica 25 Settembre

 

Dal libro del profeta Amos (6,1a.4-7)

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.

* Mentre la calma sembra assicurata definitivamente, una minaccia mortale plana su Israele: le armate assire avanzano inesorabilmente verso la Palestina. Esattamente 38 anni più tardi le minacce di Amos si realizzano alla lettera.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 145)
Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (6,11-16)

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

* La formazione personale dell’«uomo di Dio» è centrata sulla pietà (l’amore verso Dio). La pietà, cioè il mantenere gli occhi del cuore rivolti al Padre, va alimentata con la vigilanza e la perseveranza (4,16), ma soprattutto puntando lo sguardo alla mèta, la vita eterna.

 

Canto al Vangelo (2Cor 8,9)
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (16,19-31)

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

* Tre aspetti vengono sottolineati da Gesù: il capovolgimento delle situazioni dopo la morte; la stabilità definitiva di questo capovolgimento; il valore essenziale della Parola di Dio in vista della conversione.

 

Spunti di Riflessione

Morì anche il ricco
Gesù demolisce una falsa concezione dei Farisei. Per loro il benessere sarebbe una prova della benedizione di Dio, mentre la povertà sarebbe un segno di riprovazione.
Gesù risponde con una parabola: un ricco vive nel lusso e non gli manca nulla; un povero, fino alla morte trascina un’esistenza penosissima.
Da notare che il ricco è senza nome, mentre il povero ce l’ha (El’ Azar: «Dio ha soccorso»): egli è qualcuno agli occhi di Dio.
La situazione si capovolge nell’aldilà. Il mendicante vive felice nel seno di Abramo; il ricco è tormentato e si trova nel più acuto bisogno.
Il benessere terreno non è dunque prova di approvazione divina, né la povertà è segno che si è abbandonati da Dio. Occorre fin d’ora guardare le cose dal punto di vista di Dio.
«Hanno Mosè e i Profeti: ascoltino loro» risponde Abramo alle richieste del miracolistico. Lo stile di Gesù si è mantenuto invariato su questo punto: «Questa generazione cerca un segno, ma non le sarà dato altro segno che quello di Giona» (11,29). Un segno che butta ancor più nella fede nuda, nella Parola di Dio, se la si vuole accettare.

Un sant’uomo orientale era giunto a un villaggio e si stava sistemando sotto un albero per passarvi la notte, quando un tale arrivò correndo e lo supplicò di dargli “la pietra preziosa: “Dammi la pietra preziosa”, disse. “Quale pietra?”, chiese il sant’uomo. “La notte scorsa il Signore mi è apparso in sogno e mi ha detto che se fossi venuto a questa pianta del villaggio dopo il tramonto, avrei trovato un sant’uomo che m’avrebbe dato una pietra preziosa per farmi ricco e banchettare sontuosamente per sempre”. L’altro frugò nella sua sacca e ne tirò fuori un diamante: “Probabilmente è questo. L’ho trovato su un sentiero nel bosco, qualche giorno fa. Puoi tenerlo senz’altro”. L’uomo osservò meravigliato la pietra preziosa che gli veniva regalata. La prese e se ne andò. Tutta la notte si rigirò nel letto, senza poter dormire. Il giorno dopo, allo spuntare dell’alba andò sotto l’albero, svegliò il sant’uomo e gli disse: “Ti prego, dammi la ricchezza che ti permette di dar via così facilmente questo diamante” (cf  Antony De Mello, Il canto degli uccelli, Milano 1987, p. 182).

 

La Parola per me, Oggi

Che la preghiera sia veramente la penetrazione progressiva in noi della luce di Dio; solo allora ci farà agire, pensare, parlare secondo la volontà di Dio.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, tu chiami per nome i tuoi poveri, mentre non ha nome il ricco epulone; stabilisci con giustizia la sorte di tutti gli oppressi, poni fine all’orgia degli spensierati, e fa’ che aderiamo in tempo alla tua Parola, per credere che il tuo Cristo è risorto dai morti e ci accoglierà nel tuo regno.

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus