Messalino di Domenica 28 Agosto

Messalino di Domenica 28 Agosto

 

Dal libro del Siràcide (3,19-21.30-31)

Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

* In un periodo come quello dell’ellenismo, nel quale il ceto colto d’Israele va cercando consolazione e rimedio nella filosofia straniera, si ribadisce la superiorità della dottrina sapienziale ebraica, rifacendosi ai tesori della religione e della spiritualità veterotestamentarie.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 67)
Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.

 

Dalla lettera agli Ebrei (12,18-19.22-24a)

Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

* La comunità di amore a cui apparterremo totalmente nella Gerusalemme Celeste, e a cui già fin d’ora siamo «accostati» per mezzo di Gesù, è tutta investita dalla Presenza di Dio (il monte è abitazione di Dio); è riempita dai giusti (coloro che hanno creduto).

 

Canto al Vangelo (Mt 11,29)
Alleluia, alleluia. Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14)

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

* Il Regno di Dio è destinato in modo particolare ai poveri, ai disprezzati; ai piccoli e agli umili. Con il «discorso agli invitati» (14,7-11), Gesù si rivolge contro la vanagloria dei farisei e presenta una regola di buona condotta sul modo di comportarsi a tavola (cfrr Pro 25, 6s), che nello stesso tempo si riferisce al modo di agire di Dio. Nell’ultimo giorno Dio umilierà i superbi ed esalterà gli umili. La superbia dei farisei è un ostacolo alla fede in Gesù.

 

Spunti di Riflessione

«Chi si umilia sarà esaltato»
Gesù è in casa di un fariseo. Vi è invitato per aver modo di trovare qualche trasgressione di cui accusarlo. Gli «osservatori» tuttavia, sono già stati «osservati» da Gesù: fin dal loro arrivo, essi dànno la caccia ai primi posti.
L’umiltà è ricerca dell’ultimo posto. Le convenienze sociali esigono di non farsi avanti quando si è invitati a nozze, ma che modestamente ci si tenga indietro, sottolinea Gesù in forma di parabola. Il padrone che invita, assegnerà lui, il posto. Non tocca all’ospite sceglierlo. La punta della parabola sta nell’ultimo versetto: «chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Si tratta infinitamente di più che di una massima di buona educazione a tavola. Gesù guarda al Regno e ha di mira l’invito a banchetto nel Regno del Padre. Per aver posto a quella tavola occorre farsi molto piccoli.

Abbassarsi agli occhi di Dio significa scegliere di mettersi a sua disposizione per fare ciò che Egli vorrà. L’apostolo deve essere convinto che non è la sua azione, per quanto nobile, a rendere più degna la tavola del Padre, quanto la capacità di rinunciare alla sua giustizia e di azzerarsi di fronte alle persone stesse a cui deve portare l’annuncio del Regno. Gandhi diceva: «Devo ridurmi a zero; finché un uomo non si considera spontaneamente l’ultimo, non vi è salvezza per lui»; né, tantomeno, evangelizzazione.
L’umiltà è amore disinteressato. La parola rivolta da Gesù a colui che lo ospita è una norma di condotta che acquista un significato più alto in riferimento alla ricompensa finale di Dio. La ricompensa Gesù la rimanda all’aldilà, «alla risurrezione dei buoni». Quello che si compie sulla terra è già l’inizio di una realtà ultraterrena. Solo una generosità disinteressata sarà ricompensata da Dio. Gandhi commentava: «L’amore è l’ultimo limite dell’umiltà».

 

La Parola per me, Oggi

Dalla prima Lettura questi preziosi inviti:
- la modestia davanti agli uomini è umiltà davanti a Dio. (Gesù ha perfezionato questa dottrina portandola alle estreme conseguenze; Lui, Maestro e Signore, si è abbassato a lavare i piedi ai suoi discepoli e ha confermato questo esempio insegnando: «Chi tra voi è il primo, si faccia l’ultimo di tutti e il servo di tutti»).
- la dimenticanza di sé è rimedio efficace per spegnere il fuoco delle passioni e non cedere alla tentazione. Essere totalmente dono agli altri è una eccellente maniera di dimenticarsi.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, che chiami i poveri e i peccatori alla festosa assemblea della nuova alleanza, fa’ che la tua Chiesa onori la presenza del Signore negli umili e nei sofferenti, e tutti ci riconosciamo fratelli intorno alla tua mensa.

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