Messalino di Domenica 29 Gennaio

Messalino di Domenica 29 Gennaio

 

Dal libro del profeta Sofonia (2,3; 3,12-13)

Cercate il Signore
voi tutti, poveri della terra,
che eseguite i suoi ordini,
cercate la giustizia,
cercate l’umiltà;
forse potrete trovarvi al riparo
nel giorno dell’ira del Signore.
«Lascerò in mezzo a te
un popolo umile e povero».
Confiderà nel nome del Signore
il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità
e non proferiranno menzogna;
non si troverà più nella loro bocca
una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare
senza che alcuno li molesti.

* La povertà spirituale permette di sfuggire al giudizio e condanna delle nazioni, che il profeta preannuncia da parte di Dio (Sof 1,14-18). Dopo la catastrofe si troveranno presso i pagani come presso gli Ebrei uomini abbastanza spirituali perché meritino di sopravvivere.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 145)
Beati i poveri in spirito.

Il Signore rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

 

Dalla prima lettera di S. Paolo ap. ai Corinzi  (1,26-31)

Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili.
Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore.

* Paolo afferma con audacia: «La stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini». La «stoltezza» della predicazione è capace di operare ciò che non sono riuscite a compiere la volontà operativa e l’indagine umana, perché così è piaciuto a Dio. E capace di operare la redenzione.

 

Canto al Vangelo (Mt 5 ,12a)
Alleluia, alleluia. Rallegratevi, esultate, perché grande è la vostra ricompensa nel cieli. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

* I poveri nello spirito, gli afflitti, i miti, gli affamati e assetati dl giustizia sono quanti hanno riconosciuto che davanti a Dio sono solo miseria e possono sopravvivere solo per sua bontà; non possono vantarsi del loro benessere, della loro giustizia e santità; attendono tutto da Dio. Condizione per entrare nel Regno dei Cieli è il farsi piccoli dinanzi a Dio. Il secondo gruppo, di coloro ai quali è promesso il Regno dei Cieli, è costituito dai misericordiosi, da chi ama senza egoismo (che sono puri di cuore), dai portatori di pace, da chi è perseguitato per compiere la volontà di Dio. Condizione per entrare nel Regno è la sincera disponibilità per gli uomini.

 

Spunti di Riflessione

Gente da poco
Anche se della comunità di Corinto faceva parte qualche persona qualificata essa si componeva prevalentemente di povera gente e di schiavi. Dio rivolge il suo invito agli umili e ai disprezzati, a coloro che non hanno alcuna influenza sulla vita pubblica. Sono queste le persone che Dio sceglie. Egli sceglie gli stolti e i deboli per confondere i sapienti e i forti; Dio sceglie ciò che è senza rango e senza nome per confondere ciò che e qualche cosa. Perciò nessuno può vantarsi di qualche cosa. Davanti a Dio l’uomo deve stare sempre nella consapevolezza che egli non possiede altro che il proprio peccato e la propria impotenza. L’uomo non può gloriarsi davanti a Dio. L’autoglorificazione dell’uomo è in fondo incredulità, espressione di quella sovranità umana che rifiuta ogni impegno con Dio. In opposizione alla tentazione fondamentale dell’uomo, Paolo presenta la fede come l’atteggiamento che conviene all’uomo, dinanzi a Dio, reso possibile e richiesto da Cristo. Con la fede si rinuncia a qualsiasi autoglorificazione. L’uomo sta dinanzi a Dio solo come un beneficato, quando si impegna con lui solo nella fede.

Al centro l’Amore
I due gruppi di beatitudini richiedono apertura a Dio e agli uomini, un’anima pronta ai due principali comandamenti dell’amore. Dio è Amore. Le Beatitudini sono centrate sull’Amore. «L’Amore non finisce mai», dice San Paolo. L’Amore è Dio che lavora in ogni uomo e in tutta la sua storia; l’Amore non può invecchiare; cancella ogni colpa; cancella la maledizione della colpa; lavora anche oggi alla nostra nuova creazione, è nascosto nelle tenebre della nostra anima; è nascosto nel buio della nostra storia individuale; ma non è mai completamente nascosto per quelli che sono sensibili alla voce dello Spirito Santo, che hanno «gli occhi del cuore», come dice S. Paolo, sempre aperti e illuminati. Ogni uomo ha fame e sete di Amore. Solo Uno può consolare, può saziare, può rispondere a tutti gli interrogativi del cuore. Solo Uno ci può totalmente rinnovare, renderci «creature nuove». Questo «Uno» ha nome Gesù.
I più grandi benefattori dell’umanità sono sempre stati coloro che, come san Francesco e Madre Teresa, hanno sposato madonna povertà, per amore di colui che da ricco che era, ha voluto nascere povero. La povertà porta la vera felicità, quella che consiste nel rendere gli altri felici. “Essere felici - scrive Madre Teresa - vuol dire amare come Cristo ha amato, aiutare come Cristo ha aiutato, donarsi com’egli si è donato, servire com’egli ha servito... È questo il programma delle beatitudini”.

 

La Parola per me, Oggi

Ricetta per oggi: scegli una beatitudine; cerca di comprenderla a fondo; vivila fino a stasera; sarai felice. Ad esempio: «Beati i pacificatori», quelli che portano pace. La pace è il bene messianico per eccellenza, è la gioia. Ci sono delle persone che istintivamente dove arrivano sprigionano la gioia. Perché? È semplice: fanno più attenzione agli altri che a sé stessi. Prova anche tu oggi.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno, fa’ che la Chiesa non si lasci sedurre dalle potenze del mondo, ma a somiglianza dei piccoli del Vangelo segua con fiducia il suo sposo e Signore, per sperimentare la forza del tuo Spirito.

 

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