Messalino di Domenica 29 Maggio
Dagli Atti degli Apostoli (1,1-11)
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio.
Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
* La nube che lo avvolge è il segno della presenza divina come nel Tempio. Gesù volle porre un gesto che esprimesse la fine della sua missione terrestre e desse il via alla missione della sua Chiesa.
Salmo Responsoriale (dal Sal 46)
Ascende il Signore tra canti di gioia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
Dalla lettera agli Ebrei (9,24-28; 10,19-23)
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
* Salito al Cielo con il suo sacrificio unico, Gesù esercita il suo Sacerdozio nel Cielo. Sacerdote eterno, non può essere che eternamente in atto di offerta. La gloria della Risurrezione non l’ha reso né sdegnoso né dimentico degli uomini, suoi fratelli. «Cristo apparirà una seconda volta...». È il Regno del Figlio dell’Uomo.
Canto al Vangelo (Mt 28,19a.20b)
Alleluia, alleluia. Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore, ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
* Gesù non sarà più presente con il suo corpo visibile e mortale che lo limitava nello spazio e nel tempo. Sarà presente con il suo Spirito Santo che raggiunge tutto l’universo.
Spunti di Riflessione
Voi siete testimoni
Gesù, mentre ricollega la sua manifestazione alla storia passata (Mosè, i Profeti, i Salmi), annunzia la storia futura, l’apostolato in tutte le nazioni «cominciando da Gerusalemme», che è la cerniera degli spazi, come la Risurrezione è la cerniera dei tempi. Egli annunzia ai discepoli che li invierà nel mondo e che manderà loro lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo ha dunque nella Chiesa una funzione di ricordo e insieme di stimolo.
La Chiesa rimane la Chiesa di Cristo se si lascia costantemente guidare dal suo Santo Spirito. «Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva su, in cielo». Ogni oscurità è scomparsa. Tutto è avvolto dalla luce. E con la benedizione del Signore, tutto finisce nella gioia. Cadono a terra, adorando. Il Vangelo finisce con un omaggio di adorazione. Per Luca la storia di Gesù si chiude in preghiera.
La gioia, che rallegra il loro ritorno a Gerusalemme, mostra chiaramente come essi siano già raggiunti e mandati dalla potenza, storicamente efficace, della nuova presenza di Gesù nello Spirito.
Anche la Chiesa deve guardare al futuro e compiere la propria missione nel mondo con la medesima fiducia degli apostoli. Soltanto così testimonia la costante presenza di Gesù, che in essa porta a compimento la propria opera.
L’Ascensione non segna dunque la partenza di Gesù; segna piuttosto il mistero della presenza reale, soprattutto eucaristica, di Cristo in mezzo a noi.
Diceva Gesù a un’anima: «I miei Sacerdoti facciano della Chiesa la loro casa. Non lascino i miei tabernacoli fra tanto freddo e abbandono. Riempirò di me stesso la loro vita, così spesso dura e solitaria.
Insistano a ogni occasione che i fanciulli e i giovani mi ricevano spesso, anche tutti i giorni, nella S. Comunione, con grande fede e pratichino alla sera almeno una visita al mio tabernacolo, insegnando loro a parlarmi».
La Parola per me, Oggi
Gesù asceso al cielo rimane presente, cammina con noi. Supplichiamo il dono di riconoscerlo vivo accanto a noi. Da oggi la nostra preghiera divenga ardente, come quella degli Apostoli con Maria, nel Cenacolo, in attesa del dono dello Spirito, perché il Fuoco di Pentecoste spazzi via le nostre paure e ci trasformi in testimoni credibili del Risorto.
La Parola si fa Preghiera
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria.
◊ Un mese a Maria
Quando versiamo le nostre lacrime, che sono «il sangue delle nostre anime», esse cadono sul cuore della Vergine, e da lì su tutti i cuori viventi (Léon Bloy).
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.