Messalino di Domenica 3 Settembre
Dal libro del profeta Geremìa (20,7-9)
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.
* Fra il 626 e il 586 avanti Cristo, il profeta Geremia vive i quattro decenni più drammatici della storia di Israele, alla quale la sua vita è intimamente legata. La sua chiamata a diventare profeta è descritta in termini indimenticabili: Dio lo ha sedotto e Geremia si è lasciato sedurre per diventare il suo strumento, il portatore della sua parola, l’annunciatore della sua volontà.
Salmo Responsoriale (dal Sal 62)
Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (12,1-2)
Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
* Non si tratta più di offrire a Dio vittime animali, estranee a noi. Il cristiano deve imitare Gesù, offrendo a Dio il «proprio corpo», cioè tutto se stesso. Questa offerta sacrificale dell’uomo libero è la sola che piace a Dio, che gli è «gradita».
Canto al Vangelo (cf Ef 1,17-18)
Alleluia, alleluia. Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27)
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli
scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
* Ci sono nei Vangeli sinottici tre annunci di Passione: questo è il primo. Gesù «doveva soffrire molto»: il verbo «doveva» indica la volontà del Padre Celeste: Gesù è pronto a compierla, da Servo e da Figlio. Conosce il suo ruolo unico.
Spunti di Riflessione
Un uomo, un profeta
La prima lettura traccia un ritratto vivo e ardente del profeta Geremia. Egli vedendo salire contro di lui l’incomprensione, il disprezzo, l’odio, la persecuzione; sentendosi relegato in un isolamento tragico, mentre il suo cuore è avido di affetto; privato, per ordine di Dio, anche delle gioie della famiglia, che spesso sogna; non potendone più, lancia a Dio una domanda: «Perché, Signore, mi hai sedotto?». Geremia denuncia l’idolatria degli Ebrei: la radice del male è la dimenticanza di Dio da parte di Israele e il suo tradimento. Geremia esce nelle strade di Gerusalemme per annunciare l’imminente distruzione del Tempio, la guerra e la morte. È lui che per primo descrive la morte sotto il profilo della grande falciatrice. Il nemico sarà presto alle porte di Gerusalemme: si chiama Nabucodonosor, re di Babilonia, flagello di Dio. Geremia ha il coraggio temerario di gridarlo per le strade: bisogna capitolare di fronte a Babilonia e convertirsi a Dio: inutile resistere.
Amore e dolore
Ogni volta che Gesù fa un’opzione decisiva, urta sempre contro un ostacolo. All’inizio della vita pubblica, scelse la via degli umili, ma dovette respingere l’avversario per eccellenza, Satana. Adesso che accetta e prende la via del Calvario è «preso in disparte» e viene contestato da Pietro. Reazione energica di Gesù: «Tu mi sei di scandalo», sei un ostacolo che mi vuol far abbandonare la via dolorosa. «Va’ dietro a me, Satana!»: mi sei un satana, cioè un avversario, perché ti lasci annebbiare dalla mentalità umana e respingi il piano di Dio: «non pensi secondo Dio».
«Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me...». Ecco una serie di consigli che fanno tutti riferimento a Gesù: «dietro a me... mi segua... per causa mia». È il Vangelo della rinuncia; ci sono tutti gli elementi costitutivi dell’esistenza cristiana: rinnegare se stessi, prendere la propria croce, seguire Gesù. Le tre sentenze sono sinonime: occorre abbandonare ogni sicurezza personale («rinnegarsi, perdersi»); occorre infilare coraggiosamente il tunnel oscuro della fede, affascinati da un amore assoluto: Gesù. Più uno guadagna il mondo, più si perde. Ci sono i disertori della croce. Chi ama a fondo gli altri, «come Dio li ama», sa che gli tocca accettare di perdere tutto.
Ogni vero amore ha un gusto di morte, ha l’odore del legno della croce. La carità non va mai disgiunta dalla sofferenza; in compenso, la sofferenza non va mai disgiunta dalla gloria, poiché Dio è giusto e dà, a chi dona, un futuro meraviglioso: la gloria del Padre con i suoi angeli. Ogni cristiano (soprattutto ogni giovane) deve venire dal futuro.
La Parola per me, Oggi
Esaminiamo oggi con Pietro i nostri pensieri: pensiamo secondo Dio o secondo gli uomini? La nostra logica, è quella del servizio e del sacrificio o è la logica del successo a qualunque costo?
La Parola si fa Preghiera
Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua Parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.