Messalino di Domenica 30 Aprile

Messalino di Domenica 30 Aprile

 

Dagli Atti degli Apostoli (2,14a.36-41)

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».
Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.

* Pietro annunzia l’universalità del dono dello Spirito Santo. La fede e il Battesimo nel nome di Gesù portano al dono dello Spirito Santo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 22)
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

 

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (2,20b-25)

Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.
A questo infatti siete stati chiamati, perché
anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme:
egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca;
insultato, non rispondeva con insulti,
maltrattato, non minacciava vendetta,
ma si affidava a colui che giudica con giustizia.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce, perché,
non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore,
ma ora siete stati ricondotti al pastore
e custode delle vostre anime.

* S. Pietro scrive a comunità cristiane composte in maggioranza di schiavi. Quella povera gente, sfruttata e disprezzata, cerca di vivere in un nuovo stile di relazioni sociali: formano delle fraternità in cui si sentono rispettati come uomini e come cristiani in pieno. Ma soffrono.

 

Canto al Vangelo (Gv 10,14)
Alleluia, alleluia. Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (10,1-10)

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

* L’ora del pericolo per il gregge è l’ora della verità per il pastore. Il buon pastore è pronto a tutto per difendere le pecore; sa a chi appartengono. È pronto a dare la vita per loro, perché è impegnato a fondo nell’amore al Padre che e nei Cieli.

 

Spunti di Riflessione

«Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»
* Nella parola di Pietro (prima lettura) risuona la grande voce dei profeti di Israele, mai teneri con i loro connazionali che tradivano l’Alleanza con Dio. Le forti parole di Pietro, alla fine del discorso nel giorno di Pentecoste, provocarono nell’uditorio giudeo uno scrollone di pentimento: «si sentirono trafiggere il cuore».
«Che cosa dobbiamo fare, fratelli? E Pietro disse: Convertitevi». Il perdono dei peccati è al centro dell’evangelizzazione. La morte di Gesù è una forza divina di salvezza, in primo luogo per gli Ebrei. Il delitto di un pugno di responsabili fu grande, ma la potenza del perdono di Dio è infinitamente più grande. Si rivive il clima degli inizi del Vangelo quando le folle che affluivano al Battista si convertivano.
La fede è al punto di partenza: è «accoglienza alla Parola», cioè al messaggio pasquale trasmesso da Pietro e dagli Undici; è conversione.

* La voce-parola di Gesù, buon pastore, non inganna mai. Le pecore la riconoscono immediatamente; si sanno personalmente amate. Lo seguono, perché cammina davanti a loro. Gesù non pensa che a servire perché è tutto amore.
Si differenzia netto da tanti altri pastori «ladri e briganti», cioè sfruttatori e ladri di coscienze. Si differenzia anche dai pastori che non sono altro che mercenari: per i mercenari, le anime interessano solo nella misura in cui sono fonte di profitto e non gli creano alcun rischio. Il loro mestiere non è servizio, ma sfruttamento.
«Io sono la porta». In Gesù avviene l’incontro perfetto degli uomini con Dio e l’incontro fraterno degli uomini tra loro. Gesù è la porta per la quale si deve passare per essere legittimi pastori.

 

La Parola per me, Oggi

Quando Gesù dice di chiamare le pecore una per una, significa che dà ad ognuno di noi una propria e irripetibile missione. Nel regno di Dio ognuno è una piccola pietra in un grande mosaico, e il nostro compito è di non sciupare il disegno completo. Sei consapevole della tua missione?

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, nostro Padre, che nel tuo Figlio ci hai riaperto la porta della salvezza, infondi in noi la sapienza dello Spirito, perché fra le insidie del mondo sappiamo riconoscere la voce di Cristo, buon pastore, che ci dona l’abbondanza della vita.

 

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