Messalino di Domenica 31 Dicembre
Dal libro della Gènesi (15,1-6; 21,1-3)
In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.
* Abramo ubbidisce e parte come gli aveva comandato il Signore. La chiamata di Dio gli apre delle prospettive grandiose: «Farò di te un grande popolo e ti benedirò... » (Gen 12,2). Tutte le nazioni saranno benedette in lui, padre nostro Abramo.
Salmo Responsoriale (dal Sal 104)
Il Signore è fedele al suo patto.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
Dalla lettera agli Ebrei (11,8.11-12.17-19)
Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
* «Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco». Il Signore voleva rendere ancora più brillante, più pura, la fede del suo servo, con una purificazione più crocifiggente, perché faceva centro su Isacco stesso, il figlio dell’amore che Dio gli portava, e il figlio del suo amore per Sara.
Canto al Vangelo (Eb 1,1.2)
Alleluia, alleluia. Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (2,22-40)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
* Ogni primogenito in Israele veniva «presentato», offerto al Signore, era, infatti, un memoriale, un segno della costante assistenza che Dio accordava al popolo eletto. Gesù è il “primogenito” per eccellenza e viene “presentato” al Tempio dalla Vergine Madre.
Spunti di Riflessione
Agnello immacolato
Per la prima volta, nella storia santa del popolo dell’Alleanza, mani purissime, immacolate, offrono una vittima purissima e immacolata. Maria presenta Gesù per il rito del riscatto e della consacrazione del primogenito. L’offre a Dio, ma lei rinuncia al suo diritto di proprietà umana sul Figlio. Lo consacra totalmente a Dio. Compiuta nel Tempio, quell’offerta acquista un significato stupendo.
Accanto alle comuni, imperfette vittime del vecchio rituale (i piccioni, le tortore, gli agnelli), ecco arriva l’Agnello immacolato Gesù, che dovrà sostituire tutte le precedenti offerte. La Madonna consacra al Padre il suo Figlio Gesù per sempre e glielo consacra a nome dell’intera umanità; associa se stessa a tale consacrazione. L’offerta di Gesù al Tempio sarà condotta a perfezione ultima nella sua offerta di Gesù sulla croce.
«E la grazia di Dio era sopra di lui». Ecco profilata la fanciullezza, l’adolescenza e la giovinezza di Gesù: cresce sotto gli occhi di Maria, la madre educatrice per eccellenza; si riempie di sapienza; il compiacimento del Padre Celeste è su di lui. Gesù è la gioia infinita del Padre.
La Parola per me, Oggi
Impariamo oggi dalla famiglia di Nazareth a vivere in profondità le piccole cose di ogni giorno, a vivere in modo straordinario l’ordinario. Oggi in particolare cerca di regalare momenti di gioia con la tua presenza disponibile e gioiosa ad ognuno dei componenti della tua famiglia.
La Parola si fa Preghiera
O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio, generato prima dell’aurora del mondo, divenisse membro dell’umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome.