Messalino di Domenica 4 Settembre

Messalino di Domenica 4 Settembre

 

Dal libro della Sapienza (9,13-18)

Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».

* Le cose del Cielo, e la via per raggiungerle, non sono tanto frutto di una filosofia le cui riflessioni sono timide e incerte, perché la ragione umana è gravata e annebbiata dal peso del peccato. Per accedere a questa Sapienza occorre la fede, e la fede è un dono che va richiesto umilmente.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 89)
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone (9b-10.12-17)

Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

* La rivoluzione di Paolo sta nella prospettiva totalmente nuova che egli rispettosamente delinea a Filemone. Filemone è invitato da Paolo a riaccogliere uno schiavo che l’aveva danneggiato, e a riaccoglierlo come fratello in Cristo.

 

Canto al Vangelo (Sal 118,135)
Alleluia, alleluia. Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33)

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

* Ogni rabbi ebraico esigeva che, finché duravano le lezioni, i suoi discepoli abbandonassero la famiglia e vivessero in comune con lui. Ma qui Gesù non pensa solo a una separazione temporanea, ma a una separazione netta e definitiva, senza alcuna riserva.

 

Spunti di Riflessione

«Se uno viene a me»
Grandi folle seguono il Signore. Gesù si volge e mette le condizioni per seguirlo: è una selezione che opera, alle dipendenze della libera volontà umana. Prima di intraprendere qualche cosa di grande nella vita privata o pubblica, è logico che uno rifletta se sarà in grado di portare a termine il suo proposito; altrimenti farebbe meglio a non cominciare. Eguale riflessione e prudenza sono necessarie a colui che voglia seguire Gesù: dovrà pesare bene i distacchi che ciò impone dalla famiglia, dalla casa, dalla professione, da tutti i beni che si possiedono.
La storia dei santi da Francesco d’Assisi alla Chantal è tappezzata di esempi che hanno preso alla lettera queste parole di Gesù. Lasciare tutto; e poi prendere la propria croce di ogni giorno. Ovviamente questa sequela è il discepolato, cioè la vita a tempo pieno con Gesù, la vita in comune con Lui. Dietro a tali richieste si cela il segreto della persona e della missione di Gesù. Egli non è un Maestro come tanti altri; al suo seguito non si può andare insieme a tante altre cose.

Accettare la propria morte (= croce) di ogni giorno significa lasciare che sia la morte a dare carattere di urgenza alla vita e insieme a farcene comprendere il dono.
Quando non si pensa alla morte, la vita diventa falsa e menzognera. La morte ci obbliga all’autenticità. Ma per chi ama, l’amore è più forte della morte; è un grido che rompe tutte le barriere.

Per essere più efficace, Gesù ricorre a due paragoni: la torre da costruire e la guerra da affrontare. Sia per costruire che per muovere guerra occorre sedersi e fare i conti. C’è da dar fondo a tutte le proprie risorse nell’uno come nell’altro caso. Gesù intende dire che bisogna spendere tutto, non trattenersi nulla, facendo leva su una volontà costante (i mezzi) per portare a compimento l’impresa di seguire Lui; e che l’assalto contro il re più potente (Satana) esige che si venda tutto per avere forza dall’alto.

 

La Parola per me, Oggi

«Partire a metà è peggio che non partire affatto». Gesù insiste sul punto di partenza: se non si è ridotta a zero la situazione dei vari possessi personali, è rischioso cominciare. «Dio si dà a tutti, ma non si dà totalmente se non a chi si dà totalmente a Lui» (S. Teresa).

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, tu sai come a stento ci raffiguriamo le cose terrestri, e con quale maggiore fatica possiamo rintracciare quelle del cielo; donaci la sapienza del tuo Spirito, perché da veri discepoli portiamo la nostra croce ogni giorno dietro il Cristo tuo Figlio.

 

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