Messalino di Domenica 8 Aprile

Messalino di Domenica 8 Aprile

 

Dagli Atti degli Apostoli (4,32-35)

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.

* C’è una parola che esprime il mistero della Chiesa fin dalle sue origini: è la parola ‘koinonìa’, cioè comunione di beni. Si tratta di una comunione di essere e di avere, di vita e di pensiero («un cuor solo e un’anima sola»), dapprima con Cristo, e poi nei credenti fra di loro.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 117)
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (5,1-6)

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità.

* Con la fede in Gesù Cristo l’uomo diventa figlio di Dio, «è nato da Dio», e quindi diventa un fratello per chiunque ama Dio, che è «colui che ha generato»: non si può pretendere di amare Dio e non amare coloro dei quali lui è Padre. L’amore per i fratelli deriva dall’amore per Dio, anzi ne è l’espressione immediata; il cristiano infatti ama gli altri in quanto sono «figli di Dio»: la carità ha le sue radici nella fede (priorità dell’amore verticale sull’amore orizzontale).

 

Canto al Vangelo (Gv 20,29)
Alleluia, alleluia. Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

* La Risurrezione è un contemplare, un vedere il volto di Dio. È pienezza di gioia. Gesù mostra le mani, quelle mani perforate, trafitte dai chiodi, il segno dell’amore; mostra il costato squarciato, segno ancora più grande dell’amore: il cuore trafitto. La morte è la dimostrazione più grande dell’amore. La Risurrezione è amore.

 

Spunti di Riflessione

«Mio Signore e mio Dio!»
«Il primo giorno dopo il sabato» diventa il «giorno del Signore», cioè la domenica, a ricordo della Risurrezione e come annuncio della Parusìa. I cristiani della fine del primo secolo erano soliti riunirsi a celebrare l’Eucaristia; offrivano le loro pene, le loro tristezze.
«Venne Gesù»: Gesù risorto non cessa di venire e di tenersi in mezzo ai suoi; l’Eucaristia lo rende presente con il suo corpo glorioso che viene a trasfigurare i nostri corpi di miseria; con il suo saluto di pace; con il dono della sua gioia, perché l’incontro con il Risorto è la sorgente della gioia.

«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi»: la missione dei discepoli deriva dall’avvenimento della Pasqua, ma si ràdica nella missione di Gesù (cf Gv 17,17-19). «Alitò su di loro»: il verbo greco èvoca la prima creazione dell’uomo e suggerisce che si tratta, lì nel Cenacolo, di una nuova creazione, di una vera risurrezione (cf Ez 37,9; Rm 4,17). Lo Spirito Santo sarà la potenza di salvezza che i discepoli manifesteranno in comunione con Gesù. E Gesù offre un altro dono pasquale: il Sacramento della Confessione o Riconciliazione.
Tommaso, uomo positivo, pratico, piuttosto allergico a ogni rischio, assente in precedenza probabilmente perché sfiduciato, viene ricuperato dai condiscepoli. Gesù, apparendo, lo invita a toccare con le dita e la mano: il toccare è più convincente che il vedere. Risposta magnifica di Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». È il grido di un uomo trasformato dalla presenza del Risorto; per Tommaso il toccare è ormai divenuto inutile. È la più precisa e sublime professione di fede del Vangelo, una punta di luce in S. Giovanni. L’ultima beatitudine che si legge nei Vangeli è sulla fede: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Il tema del «vedere e credere» unifica tutto il cap. 20 della Risurrezione: occorre vedere conoscendo le Scritture (20,8); e occorre credere accettando la testimonianza di chi ha visto: è il cosiddetto «vedere nella Chiesa».

«Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco». L’amore dice continuamente alla persona amata: “Tu, non devi morire”. Una tale parola nessuno come Gesù l’ha detta a ciascuno di noi. «Ci ha amato fino all’estremo», riferisce S. Giovanni. Non poteva amarci di più. “Tu devi vivere: io posso morire”; è la parola estrema dell’amore. L’amore, splende nella misericordia. La misericordia ha logorato e divorato il Cuore di Gesù nel Cenacolo, nel Getsemani, sul Calvario: «Amò i suoi sino all’estremo».

 

La Parola per me, Oggi

Tommaso ha creduto quando Gesù gli ha parlato. Non sono state le mani, ma la mente e il cuore aperti alla parola di Gesù che hanno aiutato la sua fede. Non è possibile vedere il sole se si tengono ostinatamente chiuse le imposte. Tocca a noi aiutare i nostri amici a spalancare la mente alla luce della fede.

 

La Parola si fa Preghiera

O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il Primo e l’Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria.

 

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus