Messalino di Domenica 9 Luglio

Messalino di Domenica 9 Luglio

 

Dal libro del profeta Zaccaria (9,9-10)

Così dice il Signore:
«Esulta grandemente, figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d’asina.
Farà sparire il carro da guerra da Èfraim
e il cavallo da Gerusalemme,
l’arco di guerra sarà spezzato,
annuncerà la pace alle nazioni,
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal Fiume fino ai confini della terra».

* Il fatto di cavalcare un asino è, insieme, un ritorno al comportamento povero di Davide e un segno di fedeltà alle tradizioni tipicamente palestinesi. Il profeta paragona il Messia a Salomone. Così il futuro Messia riceverà da Davide la semplicità e da Salomone lo splendore.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 144)
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,9.11-13)

Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.

* Noi siamo nello Spirito. Prendendo possesso di noi, lo Spirito ci trasporta nel suo dominio: ci trasferisce (Col 1,13) dall’ambiente della carne a quello dello spirito, sottraendoci così alla schiavitù che c’impedirebbe di «piacere a Dio» (v. 8; Eb 11,6; 2 Cor 5,9).

 

Canto al Vangelo (cf Mt 11, 25)
Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

* Chi si considerava saggio e intelligente ha rifiutato Gesù; invece i semplici, i giudicati stolti dai sapienti hanno accolto il messaggio. Gesù glorifica per questo suo Padre.

 

Spunti di Riflessione

La fede dei semplici
Non si esplorano i misteri del Regno di Dio spremendo le proprie meningi né a colpi di schede perforate, ma con il cuore e a forza di amore. Chi si svuota di sé, si riempie di Dio; chi è pieno di sé, è vuoto di Dio. L’azione di Dio ha sempre una costante nella storia: innalza gli umili e deprime gli orgogliosi. Gesù ha una giaculatoria, che è un grido di gioia al Padre: «Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza».
«Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo»: ecco il ruolo del Figlio nella conoscenza del Padre. Il Padre è un donare totale; il Figlio è un ricevere totale. Quando Dio conosce l’uomo, lo compenetra totalmente con il suo Spirito Santo e lo abbraccia quasi in un amoroso chinarsi su di lui. Conoscere e amare sono tutt’uno. Ma il Figlio non possiede questa conoscenza solo per sé; la deve comunicare. Sua missione è rivelare il Regno di Dio. Il Figlio partecipa a noi ciò che ha ricevuto. Attraverso la sua mediazione, ci è possibile entrare in comunione con Dio.
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Gesù lancia il suo «manifesto di Povero a tutti i poveri del mondo»: «venite a me». Ciò che scandalizza i sapienti è questa rivelazione di un Salvatore che mostra la sua potenza nella debolezza.
Gesù si definisce un maestro di mitezza, di non-violenza, di umiltà interiore nei pensieri, nel cuore. Offre un senso alla vita umiliata degli affaticati e degli oppressi da una giungla di prescrizioni e di impegni e compiti impossibili da osservare. Promette conforto alle anime, promette pace, poiché il suo giogo (cioè la sua dottrina, il suo insegnamento, le sue parole), il suo carico, i suoi comandi, sono leggeri e dolci, idonei a costruire una città terrestre più fraterna e a costruire il Regno di Dio.

 

La Parola per me, Oggi

Il privilegio di conoscere Dio è riservato agli ultimi. È un dono fatto a chi lo desidera, lo desidera chi ne ha bisogno, ne ha bisogno chi ne è senza. La privazione, il nostro non essere, il nostro essere nulla, è il luogo dove accogliere la ricchezza di Colui che è, ed è tutto. Chiedi per oggi il dono dello Spirito Santo, che ti mette nella conoscenza e nella comunione tra Padre e Figlio.

 

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio hai risollevato l’umanità della sua caduta, donaci una rinnovata gioia pasquale, perché, liberi dall’oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna.

 

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