Messalino di Giovedì 10 Marzo

Messalino di Giovedì 10 Marzo

 

Dal libro di Ester (4,17n.p-r.aa-bb.gg-hh)

In quei giorni, la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera e disse: «Tu sei benedetto, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta.
Io ho sentito dai libri dei miei antenati, Signore, che tu liberi fino all’ultimo tutti coloro che compiono la tua volontà. Ora, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola e non ho nessuno all’infuori di te.
Vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui. Volgi il suo cuore all’odio contro chi ci combatte, a rovina sua e di quanti sono d’accordo con lui. Quanto a noi, liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza».

* Di fronte alla responsabilità che pesa sulle sue spalle, Ester ritiene di dover fare penitenza e di raccogliersi in una commovente preghiera di umiltà. Prega per la salvezza del suo popolo e la distruzione del nemico, ma, soprattutto, per la rivelazione di Dio.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 137)
Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.   

 

Canto al Vangelo  (Sal 50,12a.14a)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Crea in me, o Dio un cuore puro; rendimi la gioia della tua salvezza. Lode a te...

Dal Vangelo secondo Matteo (7,7-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

* Gesù mette l’accento su perseveranza e fiducia nella preghiera, che legano maggiormente l’uomo a Dio. Dio fa attendere l’uomo per educarlo a pregare, ma non lascia domanda senza risposta. 

 

Spunti di Riflessione

Voi che siete cattivi
Si deve solo credere che Dio è Padre. Poi tutto viene da sé logicamente. Per Dio ciò che si può dire dei padri terreni, vale infinitamente di più, giacché «voi siete cattivi». Parola amara, che ci colpisce! Gesù non ha mai proposto esplicitamente, neppure nel discorso della montagna, una sua «filosofia dell’uomo»; ma qua e là si apre, fulmineo, uno spiraglio di luce che illumina l’idea che egli ne ha. Così qui: Gesù conosce quello che c’è nell’uomo e sa che è prigioniero del male.
«Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro». Questa massima di condotta era ben conosciuta nell’antichità, nel giudaismo e in altre religioni, ma in forma negativa: «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te». La forma positiva che Gesù e gli scrittori cristiani dopo di Lui danno è molto più esigente e importante. L’uomo è ciò che dona, nella carità, che è la via della perfezione. Non è ciò che “non” dona. Perciò la forma positiva di questa “regola d’oro” è molto più profonda.

 

La Parola per me, Oggi

Come discepolo di Gesù devo impegnarmi affinché il mio cuore sia pieno di bontà sincera per tutti e straripante di preghiera e carità. Perché ogni mio gesto per gli altri possa esprimere ciò che io stesso sono e ciò che vorrei gli altri facessero a me.

 

La Parola si fa Preghiera

Liberaci, Signore, dalla solitudine mortale dell’essere che non si sa amato e che, nel rimpicciolirsi del suo cuore, rifiuta di dare amore. Restituisci alla mia anima la sua antica bellezza affinché commuova, come Ester, il cuore del Re.

 

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus