Messalino di Giovedì 19 Aprile
Dagli Atti degli Apostoli (8,26-40)
In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: “Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.
Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.
* Nuovo esempio dell’irrefrenabile corsa della Parola di Dio attraverso il mondo. Essa è in grado di lanciarsi su tutte le strade, perfino sul desertico cammino che da Gerusalemme scende verso Gaza; perché colui che guida gli eventi è Dio medesimo, il suo angelo, il suo Spirito.
Salmo Responsoriale (dal Sal 65)
Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
Canto al Vangelo (Gv 6,44)
Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,44-51)
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
* I Giudei si scandalizzano, perché Gesù afferma di essere venuto dal cielo, mentre essi conoscono i suoi genitori. Di fronte alla loro ostinazione nell’incredulità, Gesù non scende a rispondere alla loro difficoltà, Gesù non spiega. Di nuovo ribadisce il carattere di assoluta gratuità del dono della fede alla quale Dio attrae dall’interno.
Spunti di Riflessione
Un dono dal cielo per portarci in cielo
L’incredulità dei Giudei traspare sempre più evidente: i Giudei rifiutano di ammettere l’origine divina di Gesù, oggetto della fede che dà il Padre e non della sola vista umana. Ignorano la sua nascita verginale. Gesù risponde: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato». Il movimento che porta l’uomo verso Gesù, come pure il movimento che ha spinto il Figlio a incarnarsi per scendere fino a noi, è un dono del Padre. Conducendoli a Gesù, il Padre ammaestra gli uomini e si rivela loro.
Chi legge le Scritture senza credere in Gesù, ne possiede solo la lettera, non la sostanza. Soltanto «chi crede ha la Vita eterna». Gesù riprende e spiega: il vero pane del cielo non è un dono di origine celeste per un fine umano (come sarebbe per esempio il semplice prolungamento della vita mortale). È un dono celeste per un fine celeste: è il pane vivo. Chi lo mangia vivrà in eterno. La doppia affermazione che Gesù è il pane vivo e che la Vita eterna appartiene a coloro che mangiano di quel pane, introduce nel cuore del mistero eucaristico. La frase che segue l’afferma esplicitamente: «Il pane che io darò e la mia carne per la vita del mondo». L’alimento della Vita è Gesù stesso. Lo scandalo scoppia allora e dilaga tra i Giudei. Invece di placarli smorzando od ovattando le parole, Gesù ripete le sue affermazioni e ne sottolinea con forza il realismo.
La Parola per me, Oggi
Più che a guardare con nostalgia l’innocenza perduta, il cristiano è chiamato ad impegnarsi per la conquista di questo dono supremo: la Vita eterna, il cielo che lo attende, accogliendo umilmente la Parola nella fede, come Maria, lottando coraggiosamente per amore e a servizio del Vangelo, attendendo con vigilanza il futuro che è già iniziato.
La Parola si fa Preghiera
Ti adoriamo, Gesù, Figlio Unigenito, Amen del Padre venuto a evangelizzare pace fra l’Eterno e il tempo, hai spezzato per la moltitudine il pane vero e santo del tuo Corpo, hai colmato le vuote anfore della nostra gioia con il vino nuovo di una festa senza fine. Lode e benedizione a te, Cristo Signore.