Messalino di Giovedì 2 Novembre

Messalino di Giovedì 2 Novembre

 

Dal libro di Giobbe (19,1.23-27a)

Rispondendo Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

* Giobbe, travolto dalla sofferenza, vede profilarsi all’orizzonte la morte, estuario ultimo di un’esistenza travagliata. Ma, contemporaneamente, ha la certezza («io lo so») che in quell’istante supremo il suo «vendicatore», cioè colui che renderà ragione della sua sofferenza, si leverà «vivo e ultimo», pronto a intervenire e a dare un sigillo alla vicenda del suo fedele.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 26)
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5,5-11)

Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

* L’amore che Dio ha per noi si svela in questa morte, in questo sacrificio che non è compiuto per persone meritevoli e giuste ma per peccatori e ribelli. Attraverso quel sangue effuso per amore passa la nostra salvezza, si apre la nostra giustificazione.

 

Canto al Vangelo (Gv 6,40)
Alleluia... Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno, dice il Signore. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,37-40)

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

* «Non perda nulla»: «nulla», è un neutro, cioè tutte le cose. Dio ingloba l’umanità nel Corpo mistico di Cristo. Dio trasfigura tutto l’universo: «Cieli nuovi e terra nuova». La risurrezione è nascita, è una grande nascita.

 

Spunti di Riflessione

Tutti sognano una super-esistenza
Diceva al Papa Paolo VI l’accademico di Francia Jean Guitton: «Tutti noi pensiamo e sogniamo una super-esistenza, una super-umanità, un Regno di Dio, un Regno dei Santi, una creazione nuova e spirituale in cui tutto ciò che sulla terra è mortale, materiale, sarà superelevato, trasfigurato, ma non distrutto; “assorbito dalla vita” (2 Cor 5,4b), per adottare la superba definizione di S. Paolo. Questo noi speriamo: esistere ancora, ma in un modo più alto e più puro; essere ciò che siamo, sì, ma in Dio, che sarà tutto in tutti. Il termine “sublimazione” contaminato da Freud esprime proprio questa esigenza». Alla fine, il Papa gli chiese il testo di S. Paolo che amava più di tutti, quello che avrebbe scelto se fosse naufragato in un’isola e avesse dovuto vivere con una sola citazione di S. Paolo.
L’Accademico: - Forse questo: «Non volendo venire spogliati ma sopravvestiti  perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita» (2 Cor 5,4).
Paolo VI: - E perché questo brano?
L’Accademico: - Perché mi pare la più profonda definizione della vita e della morte. Tutti, credenti o no, vogliamo essere sublimati, portati oltre, vogliamo che qualcuno ci riscatti, ci lavi, ci colmi, ma senza nessuna perdita. Vogliamo essere ciò che siamo, ma in una vita eterna.
Paolo VI: - Ed ecco ciò che io trovo di più sublime in S. Paolo (e recitò a mezza voce sotto le stelle, nella notte ormai molto densa, questi versetti della Lettera ai Romani, questo inno della speranza invincibile e inalterabile):
«Ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte, né vita... né presente né avvenire... né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8.18-19.25.35.37-39).

«L’eterno riposo dona loro, o Signore»
Possiamo fare qualcosa per i defunti? La preghiera per i defunti è una tradizione della Chiesa. In ogni persona infatti, anche se morta in Stato di grazia, può sussistere tanta imperfezione, tanto da purificare dell’antico egoismo! Tutto questo avviene nella morte. Morire significa morire al male. È il battesimo di morte con Cristo, nel quale trova compimento il battesimo d’acqua. Questa morte vista dall’altro lato – così crede la Chiesa – può essere una purificazione, il definitivo e totale ritorno alla luce di Dio. Quanto tempo durerà? Non siamo in grado di determinare né tempo né luogo né come. Ma, partendo dal nostro punto di vista umano, c’è un tempo durante il quale noi consideriamo qualcuno come «trapassato» e lo aiutiamo con la nostra preghiera.

 

La Parola per me, Oggi

Oggi ricordiamo i nostri cari defunti e questo è davvero meraviglioso. Ma c’è qualcuno che ricorda coloro che non sono “cari” a nessuno? Posso farlo io oggi.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Ricordati, o S. Vergine, di soccorrere specialmente le anime dei miei parenti e quelle che sono più abbandonate e bisognose di suffragi. O pietosissima Signora, versa su tutte loro la grazia purificante che esse hanno ottenuto per i meriti del Sangue prezioso di Gesù Cristo affinché possano essere refrigerate nella gioia eterna.
E voi, anime benedette, che tanto potete presso Dio con le vostre preghiere, intercedete per noi e liberateci da tutti i pericoli dell’anima e del corpo e proteggete le nostre famiglie, affinché a noi tutti sia concesso di essere ammessi all’eterna beatitudine. Così sia.

Un pensiero per te
Le nostre preghiere e le nostre opere buone fanno gioire i beati del Cielo, confortano le anime del Purgatorio e tornano a nostro grande vantaggio. Possiamo aiutarli e loro possono aiutare noi, tra noi e loro avviene uno scambio meraviglioso di carità.
Tutte le anime comunicano tra loro, formano un corpo solo, per cui se una cresce fa crescere le altre, se, invece, si ferma tutti sono danneggiati. Nessuna anima è inutile nella Chiesa, tutti possono fare qualcosa, tutti possono ricevere e dare.
L’uomo è stato creato per stare insieme. è bene suffragare sempre i defunti e chiedere il loro aiuto.
Noi possiamo offrire per loro dei grandissimi atti di carità: preghiere per liberarli dai peccati, messe offerte per loro (S. Girolamo), la Santa Comunione (S. Agostino), le elemosine (S. Giovanni Crisostomo) e l’atto eroico in cui noi offriamo tutti i meriti della nostra vita (le nostre sofferenze vissute per seguire Gesù) a vantaggio delle anime del Purgatorio.
Ecco la Comunione dei Santi: noi preghiamo per loro e loro pregano per noi e così non si interrompono quei rapporti di amore e scambi di doni che ci sono stati.

 

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