Messalino di Giovedì 20 Settembre
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15,1-11)
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
*Paolo pone le basi su cui poggia la tradizione apostolica: egli ha trasmesso quello che ha ricevuto e cioè: Cristo è morto per i nostri peccati come sta scritto (per es. in Is 53). È risorto, quindi è intervenuto Dio. È apparso a Pietro e ai dodici come ai testimoni più importanti della risurrezione. Gli altri testimoni non sono che
una conferma di quello che è già stato attestato. Paolo stesso si designa come l’ultimo di tutti.
Salmo Responsoriale (dal Sal 117)
Rendete grazie al Signore perché è buono.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Canto al Vangelo (Mt 11,28)
Alleluia, alleluia. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, dice il Signore. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
*La donna, conosciuta nella città come peccatrice, manifesta per Gesù una venerazione senza limiti. Essa piange, scossa nel più profondo dell’anima. È la fede che ha portato alla donna la salvezza. Il condono viene ascritto all’amore. Però è giunta all’amore perché ha ascoltato la parola di Gesù.
Spunti di Riflessione
La peccatrice
Quella donna ha sperperato il capitale della propria bellezza, ha sciupato il profumo del suo amore in maniera indecente. Sfruttata e delusa si è accorta di essere stata spremuta fino all’ultima goccia e poi messa da parte. Ma ecco che in quell’essere umano misterioso penetra il fascino di Cristo; è come un suono meraviglioso che le giunge da stelle superiori. La sua fede sempre all’erta si desta e quella donna dirige tutta l’intensità del suo affetto nella giusta direzione. Coraggiosa, affronta il muro di silenzio in casa del Fariseo. Sa che i rabbini insegnavano che con donne simili bisogna tenersi lontani almeno sei metri. Entra risolutamente nella sala da pranzo riservata ai soli invitati e in quel silenzio di disprezzo (perché tutti la conoscono) si getta a terra, si umilia e dà una manifestazione stupenda del suo amore, reso immacolato dal Signore. In contrasto con lei è il Fariseo che ha invitato Gesù, ma che non gli ha offerto alcun segno di amore: non gli ha lavato i piedi, non l’ha salutato col bacio di amicizia, non gli ha dato l’olio profumato per prepararsi al banchetto. Quel Fariseo si compiace solo di se stesso e non aspetta nulla da Gesù; si crede autosufficiente e irreprensibile.
La donna invece, consapevole dei propri peccati, intuisce l’amore di Dio e si prodiga in dimostrazioni di affetto. Ed ecco che il Signore le rivolge la parola; parole bellissime. Le dice che i suoi peccati sono perdonati, che vada pure in pace, nella gioia. La scena è commovente.
La Parola per me, Oggi
Lungo il mio cammino mi capita di incontrare persone che hanno sbagliato molto nella loro vita: sono disposto ad accoglierle con paterna compassione o le squadro con l’occhio clinico di chi vede solo il male?
La Parola si fa Preghiera
Signore, Dio nostro, nel profumo e nelle lacrime della peccatrice il tuo Figlio ha riconosciuto il segno di un grande amore. Rivelaci la profondità del tuo perdono. Di fronte alla stupenda realtà della tua misericordia saremo allora capaci di portare il peso dei nostri peccati, grazie all’aiuto di colui che ci ama, Gesù Cristo, tuo figlio e nostro Signore.