Messalino di Giovedì 23 Maggio
Dalla lettera di san Giacomo apostolo (5,1-6)
Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti.
Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage.
Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.
* I ricchi, in questa lettura, si caratterizzano per tre cose: 1°) un comportamento insensato: ciò che essi ammassano è già imputridito e arrugginito; 2°) l’accecamento spirituale: non si rendono conto che siamo già “negli ultimi tempi”, in tale situazione a che serve accumulare? 3°) L’ingiustizia: i ricchi non pensano che al loro godimento, arrivano a sbarazzarsi dell’uomo giusto.
Salmo Responsoriale (dal Sal 48)
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l’avvenire di chi si compiace nelle sue parole:
come pecore sono avviati agli inferi,
sarà loro pastore la morte.
Scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora.
Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
Nella sua vita si diceva fortunato:
«Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».
Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
Canto al Vangelo (1Tes 2,13)
Alleluia, alleluia. Accogliete la parola di Dio non come parola di uomini, ma qual è veramente: parola di Dio. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (9,41-50)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare.
Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.
Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.
Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco.
Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
* Presso i Giudei le offerte sacrificali venivano salate. Ora presso i primi cristiani si è diffusa l’idea che anche l’uomo deve essere purificato di fronte a Dio, e questa purificazione venne spesso rappresentata con l’immagine del fuoco. Marco così mette insieme «fuoco» e «sale» continuando: «il sale è buono», cioè la vita di Dio, che agisce per rendere gradito l’uomo a Dio.
Spunti di Riflessione
Chi scandalizza uno di questi piccoli
* «Chi scandalizza uno di questi piccoli... E se la tua mano destra ti scandalizza, tagliala!». Le due espressioni hanno lo stesso significato. La presenza di Dio in ogni credente sarà fatale a colui che trascina alla caduta un «debole», cioè lo porta a separarsi dal Signore, il Mediatore della sua nuova vita. La colpa ricadrà su di lui, e perciò sarebbe meglio se fosse morto prima.
* Questa radicalità della parola di Gesù può impressionare. Eppure esprime tutto il vigore di chi, conoscendo “che cosa c’è nell’uomo”, vuol metterlo al riparo dalla sua debolezza. Davvero, come dice l’autore della lettera agli Ebrei, «la Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di una spada a doppio taglio». Sì, Gesù usa la spada della Parola forte, esigente, come il chirurgo usa il bisturi per liberare il malato dal tumore. E, nella vita di chi si dice credente, è pericoloso tumore la vigliaccheria, quello scendere a compromesso. Se la mano ti scandalizza, significa l’opera che fai, il tuo lavoro. Ebbene, se il tuo lavoro ti “seduce”, proponendoti la disonestà, devi tagliar corto, rinunciare a guadagni illeciti. Se il tuo piede ti scandalizza, cioè vuol portarti là dove tradiresti il Signore e la tua coscienza (per esempio frequentando certi ambienti), guardati dall’andarvi. Quanto all’occhio, pensa come, anche a detta di psicologi, può essere causa di desideri cattivi, se ti abitui a indugiare su certe trasmissioni TV, e altre fonti di immagini deteriori che, in questa nostra società consumista, bombardano l’uomo dappertutto.
* Fuggire le occasioni seduttrici, e dominarsi, non è viltà, mancanza di audacia o di ardore. Al contrario, solo se ho il coraggio della radicalità proposta oggi da Gesù, potrò accedere al sapore, al gusto della vita vera, che è armonia e pace dentro ogni scelta di bene, pure a prezzo di rinunce.
La Parola per me, Oggi
Riconoscere Gesù nei suoi inviati, togliere il male dalla mia vita, essere con la coerenza della mia testimonianza sale della terra: la Parola di oggi non ammette mezze misure. Con coraggio tagliamo oggi con il peccato che intralcia il nostro cammino, perché la nostra vita sia un annuncio credibile di ciò che professiamo con le nostre labbra.
La Parola si fa Preghiera
Mi hai reso sale della terra, Gesù,
che io non “venda” il mio sapore,
per cose che durano un istante.
Dammi il coraggio di scegliere te
e di rinunciare a tutto ciò che mi separa da te.
“- UN MESE A MARIA -
Madre santissima, per amore tuo mi offro a rimanere in questo duro carcere, anche se agli altri sarà concesso di tornare a casa. Rimarrò qui nella dimenticanza e nel disprezzo, senza amici e senza alcun conforto, a patire per Te. Mi offro particolarmente a Te, o Maria, affinché incontri la morte in questo campo tra uomini ostili ed indifferenti (San Massimiliano Kolbe).
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.