Messalino di Giovedì 27 Ottobre

Messalino di Giovedì 27 Ottobre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (6,10-20)

Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare.

* L’armatura di Dio è pronta, ma va indossata; e questo è il compito di ciascuno. La vittoria è di Dio, egli però la vuole ottenere nella lotta per mezzo di Gesù Cristo e con noi.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 143)
Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

 

Canto al Vangelo (Lc 19,38)
Alleluia, alleluia. Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (13,31-35)

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

* «Come una chioccia». L’amore materno di Dio è tanto forte da renderlo debole, tanto sapiente da renderlo stolto, fino a dare la vita per noi.

 

Spunti di Riflessione

Il rifiuto di Gerusalemme
Gesù viene informato che Erode attenta alla sua vita e lo si invita a fuggire e a nascondersi. L’avvertimento cade a vuoto; Gesù fa dire con tutta chiarezza a Erode, a «quella volpe» astutissima, che egli caccia il demonio e opera guarigioni, e che perciò nessuno, neppure Erode, potrebbe fermarlo nella sua lotta contro Satana, per la causa di Dio; aggiunge che lavora finché suo Padre lo vorrà. Sa già che non la durerà a lungo: «oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino». Al terzo giorno — il giorno che il Padre ha stabilito — egli cesserà di lavorare, non per paura di Erode, ma per obbedienza al Padre. La paura degli uomini non lo frena.
Gesù si mostra straordinariamente coraggioso: va diritto e in piena coscienza incontro alla morte, senza differire. Nessuna minaccia umana e nessuna intimidazione di re possono fermarlo. Se egli esige che gli altri si decidano per lui, è perché lui stesso ha preso decisioni irreversibili.

Gerusalemme è l’assassina dei profeti. Non può lagnarsi che le sia mancata la grazia. Il Signore l’ha continuamente richiamata, come una gallina che vuol nascondere e proteggere i suoi pulcini sotto le ali. Ma Gerusalemme si è rifiutata. Perciò la sua casa sarà abbandonata: la casa d’Israele, che è stata la casa di Dio, con la partenza di Gesù resterà deserta. Israele senza Cristo è un guscio vuoto, un alveo disseccato, un focolare spento: ha fallito la sua missione.
I Giudei hanno rifiutato Cristo. Ma lui tornerà. E il suo ritorno sarà un’apoteosi. La sua entrata in Gerusalemme avrà un carattere trionfale; un’immagine pallidissima del suo ritorno finale nella Parusia, tra le acclamazioni del nuovo Israele spirituale. Sarà un grido di giubilo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».

 

La Parola per me, Oggi

Rispondiamo con gesti concreti d’amore (una visita a Gesù Eucaristia, uno spazio di preghiera prolungato, una giaculatoria ripetuta…) alla tenerezza straziante di Gesù che non chiede nient’altro, se non che ci lasciamo amare da Lui, l’Amore.

 

La Parola si fa Preghiera

Stringici a Te, Gesù, come chioccia che raccoglie i suoi pulcini. E quando i nostri passi si allontanano dalla tua strada insegnaci il cammino del ritorno e la tua tenerezza, unico rifugio al nostro cuore stanco.

◊ Il Mio Rosario
Gesù si dona nell’Eucaristia. La nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo (S. Leone Magno).
Mistero. Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.

 

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