Messalino di Giovedì 27 Settembre

Messalino di Giovedì 27 Settembre

 

Dal libro del Qoèlet (1,2-11)

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Quale guadagno viene all’uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole? Una generazione se ne va e un’altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. Il vento va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento. Tutti i fiumi scorrono verso il mare, eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i fiumi scorrono, continuano a scorrere. Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire. Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Ecco, questa è una novità»? Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto. Nessun ricordo resta degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno in seguito.

* Se si dispone solo della luce del sole per vedere che cosa vale la vita, bisogna concludere che non c’è nulla che valga qualcosa! Se l’uomo non ha che l’uomo per rischiarare ciò che è, e il mondo non ha che il mondo per affermarsi, non c’è che vanità; tutto si ripete all’indefinito in una triste monotonia.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 89)
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

 

Canto al Vangelo (Gv 14,6)
Alleluia, alleluia. Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (9,7-9)

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

* Il messaggio di Gesù corre come un lieto annuncio. Di luogo in luogo gli ammalati sono guariti e la parola di Gesù penetra dappertutto, anche nel palazzo di Erode. Ma nel palazzo di Erode l’effetto è diverso.

 

Spunti di Riflessione

Chi è Gesù?
Erode osserva freddamente: Giovanni l’ho fatto decapitare io. Dunque, non vive più. Chi è morto, è morto.
Rimane il problema: Chi è Gesù? Le cose inaudite che egli dice e compie, esigono una spiegazione. Come trovarla? L’unica speranza: assistere a un prodigio operato da lui (23,8). Desiderava vederlo. Dal suo punto di vista, spera di poter formulare un giudizio definitivo. Vuol vedere le sue opere, la sua persona, parlare con lui... Ma tutto ciò porta alla conoscenza di Gesù? Erode vuol formarsi un’opinione di lui, senza però disporsi interiormente come Gesù esige. La via per la conoscenza di Gesù non è la via della ricerca sperimentale, bensì la via della fede. Conoscere i misteri del regno di Dio, ai quali appartiene anche il Salvatore, è un dono di Dio. Erode si agita inquieto. Vorrebbe vedere Gesù. L’inquietudine e il desiderio sono un segno dell’effetto che deriva dal messaggio di Gesù diffuso dai dodici quando penetra nel cuore. Il desiderio di Erode di vedere Gesù è un’allusione delicatissima alla futura passione di Gesù: Erode conoscerà il Signore per la prima volta durante la passione.

 

La Parola per me, Oggi

Non trattare Dio Padre, Gesù, Maria come dei miti! Abbi dei rapporti personali con ciascuno di loro com’essi sono e come tu sei. Non forgiarti un Cristo secondo la tua immaginazione, ma raggiungilo e accettalo nella sua verità. Sii sottomesso al reale...

 

La Parola si fa Preghiera

Perdonaci Gesù, tante volte vogliamo conoscerti non perché ti cerchiamo davvero, per ascoltarti, ma solo per curiosità e in qualche modo per manipolarti, per farti rientrare nei nostri assurdi schemi, in modo che tu non possa più ledere i nostri interessi. Gesù, cambia il nostro cuore di pietra e donaci un cuore di carne, che sappia ascoltarti e cercarti con sincerità, solo allora tu potrai mostrarci il tuo volto.

 

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