Messalino di Giovedì 3 Agosto
Dal libro dell’Esodo (40,16-21.34-38)
In quei giorni, Mosè eseguì ogni cosa come il Signore gli aveva ordinato: così fece.
Nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu eretta la Dimora. Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò le traverse e rizzò le colonne; poi stese la tenda sopra la Dimora e dispose al di sopra la copertura della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.
Prese la Testimonianza, la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca e pose il propiziatorio sull’arca; poi introdusse l’arca nella Dimora, collocò il velo che doveva far da cortina e lo tese davanti all’arca della Testimonianza, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora.
Per tutto il tempo del loro viaggio, quando la nube s’innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore, durante il giorno, rimaneva sulla Dimora e, durante la notte, vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d’Israele, per tutto il tempo del loro viaggio.
* La presenza di Dio nella tenda richiese presto dei servitori consacrati. Non si accede a una simile funzione di propria iniziativa.
Salmo Responsoriale (dal Sal 83)
Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio,
cresce lungo il cammino il suo vigore.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Canto al Vangelo (cf At 16,14b)
Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
* La rete non prende soltanto pesci ma raccoglie “ogni sorta di cose” finché sia “ripiena”, sino cioè alla “pienezza totale dei tempi”, sino alla “consumazione del mondo”.
Spunti di Riflessione
Vecchio e Nuovo
* Come il padre di famiglia provvede a quei di casa e dà loro ciò di cui hanno bisogno, così deve fare il catechista, il sacerdote, quale padre di famiglia della comunità. Egli estrae dal suo forziere cose nuove e cose vecchie. Non solo le novità, le cose attraenti e attuali, moderne e solleticanti, ma anche il vecchio, ciò che è stato tramandato e collaudato, e che va unito al nuovo. Gesù stesso non ha abrogato la legge del Vecchio Testamento sostituendola con una nuova: ha conservato riverentemente l’antico perfezionandolo col nuovo. Così, anche nel capitolo delle parabole, vecchio e nuovo sono uniti. Il vecchio è il grande tema del regno di Dio, presente fin dagl’inizi nella storia del popolo d’Israele. Il nuovo è il perfezionamento di tale tema mediante la venuta e il messaggio di Gesù.
* La parola di Dio, che è Gesù, viene seminata nella terra del mondo per farne germinare e crescere il popolo di Dio. Il discernimento ultimo tra i buoni e i cattivi è già operato in questo mondo dall’adesione o dal rifiuto nei confronti di Cristo.
La Parola per me, Oggi
Ogni giorno è un dono del Padre che ci dà la possibilità di aggiungere “pesci buoni” alla sua rete con la preghiera e la vita. Il contadino nel campo, l’operaio in fabbrica, il professore che insegna, la commessa nel negozio, quando pregano interiormente vengono purificati dalla preghiera; e la materia che toccano e maneggiano diventa una “nuova creatura” tutta tesa alla gloria del Signore.
La Parola si fa Preghiera
Che io comprenda, Gesù, “tutte queste cose” per fare di esse il tesoro della mia vita e la norma della mia condotta. Che io comprenda, Gesù, la Parola di verità e dal mio cuore, come da uno scrigno, sgorgheranno cose nuove e cose antiche, per guidare i miei passi sulla via della pace.