Messalino di Giovedì 3 Ottobre

Messalino di Giovedì 3 Ottobre

 

Dal libro di Giobbe (19,21-27)

Giobbe disse:
«Pietà, pietà di me, almeno voi, amici miei,
perché la mano di Dio mi ha percosso!
Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?
Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

* Perché il dolore? Perché la sofferenza di un giusto, di un innocente? Il libro di Giobbe non dà risposta; indica soltanto che il dolore è una strada che conduce a Dio.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 26)
Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».

Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

 

Canto al Vangelo (Mc 1,15)
Alleluia, alleluia. Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

* «Il regno di Dio è vicino»: in tutto il vangelo di Luca questa espressione ricorre solo qui. Essa esprime non una vicinanza locale o un’imminenza cronologica, ma un’apertura di Dio alla salvezza di chi crede e, corrispondentemente, un’apertura, di chi accoglie il messaggio, alla salvezza come dono di Dio.

 

Spunti di Riflessione

Inviati…

* «Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». I discepoli di Gesù non combattono ad armi pari contro i loro nemici. Non oppongono potenza a potenza, astuzia ad astuzia. Le loro armi sono la pace, la sofferenza e il sacrificio. L’apostolo nel mondo è un estraneo, come l’agnello tra i lupi. È diverso dagli altri. Tra le potenze politiche, la Chiesa sarà sempre impotente, abbandonata, senza speranza, sostenuta solo dalla forza di Dio.

* Leggendo questo brano del Vangelo il padre Sertillanges esclamò: «Incaricare questi uomini di conquistare il mondo sembra una follia, invece è onnipotenza». La partenza di questi «poveri uomini» è l’aspetto più mirabile, ma anche più inquietante del Vangelo. Ci fa capire perché Dio fa fatica a cambiare il mondo, a salvarlo, ad illuminarlo. Dio ha deciso di non violare la nostra libertà; ha deciso di passare solo attraverso la nostra libertà, attraverso le nostre risposte. È bello certamente e giusto tutto questo; ma in questo modo la storia diventa faticosa e capricciosa come l’uomo. Dio corre il rischio del rifiuto, dell’ostilità, dell’incomprensione: il rischio della croce. Dio ha scelto questa strada. I settantadue discepoli partono. Gesù non invia soltanto gli apostoli ma tutti i cristiani: infatti siamo cristiani veri nella misura in cui abbiamo sentito una voce, un amore, una bontà infinita che ci coinvolge. Dio non ha bisogno di cortigiani che gli dicano: «Signore, Signore!», ma di persone che lavorino per introdurre nel mondo questa novità che si chiama Risurrezione. Dio ha bisogno di uomini, non per sé, per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo): Dio ha bisogno di noi per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di somigliare a Dio, che è altruista all’infinito.

 

La Parola per me, Oggi

Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato non è un cristiano. Se sei cristiano, sei apostolo; e se non sei apostolo non sei cristiano. Non aspettare domani!

 

La Parola si fa Preghiera

Tu ci mandi disarmati, Signore, in un mondo che spesso ci spaventa, Tu sei la sola nostra forza. Noi speriamo in Te, che Ti fidi di noi al punto da inviarci, discepoli tra i nostri fratelli. Possa la Tua luce splendere nel nostro volto e la Tua pace raggiungere il mondo, attraverso le nostre povere voci.

* IL MIO ROSARIO
3. Maria, Vergine del servizio
La sua maternità non le impedisce di recarsi da Elisabetta. La carità la spinge a soccorrere la cugina che aspetta un figlio in età avanzata.

Come Maria, diveniamo solleciti nel servizio premuroso ai nostri fratelli.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria

 

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