Messalino di Giovedì 5 Ottobre

Messalino di Giovedì 5 Ottobre

 

Dal libro di Neemìa (8,1-4a.5-6.7b-12)

In quei giorni, tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I leviti spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi. Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: «Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!». Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni e a esultare con grande gioia, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate.

* Una «liturgia della Parola», decisiva. Nel 444 (?), durante la festa dei tabernacoli, che ricorda il periodo trascorso nel deserto, il popolo riscopre la legge di Mosè, letta solennemente da Esdra sulla piazza, e rinnova la propria adesione ad essa. È l’atto di nascita del «giudaismo», caratterizzato dal culto della Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 18)
I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

 

Canto al Vangelo (Mc 1,15)
Alleluia, alleluia. Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

* Dio è il padrone della messe. Egli dispone di tutto ciò che la riguarda. L’assunzione nel regno di Dio è opera sua e sua grazia. È lui a donare anche la vocazione. Perciò Gesù esorta a pregare perché Dio susciti nell’uomo lo spirito dei discepoli, che lavorano con donazione totale per introdurre gli uomini nel regno di Dio.

 

Spunti di Riflessione

Gesù chiama anche te
«Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé...». Gesù manda in missione una grossa schiera di discepoli (72) e 1°, li invia a due a due; perché il due costituisce la più piccola comunità; 2°, li manda a fare da battistrada al suo arrivo. è Gesù che opera, noi siamo suoi collaboratori.
Gesù chiama anche ciascuno di noi e ci invia ad annunciare ai fratelli la sua Parola. In questa stupenda missione ci è accanto e ci guida la Mamma Celeste, “Stella dell’evangelizzazione”.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque...». Prima ancora di dire ai discepoli «Andate», Gesù dice loro «Pregate». «La preghiera è la forma più potente di energia che si possa suscitare quaggiù in terra» scrisse il premio Nobel per la medicina, il dottor Alexis Carrel. L’uomo d’oggi dice spesso che non ha tempo di pregare. In realtà quando si mette a pregare, anche pochissimo, scopre che ha più tempo di quanto credeva: il tempo di salire una scala, di camminare per la strada, di prendere la metropolitana, ecc… Il cristiano evangelizzatore si nutre di preghiera, anzi, come in Maria, la preghiera diventa il suo respiro.

Nella Vitae Fratrum Gerardo di Frachet riferisce degli sforzi di evangelizzazione di S. Domenico di Guzmàn, fondati tutti sulla preghiera e la penitenza. Durante le sue preghiere notturne, lo si udiva mormorare: «Signore, abbi pietà del tuo popolo. Che ne sarà dei peccatori?». E si flagellava. Quando celebrava la Messa, «le lacrime scorrevano abbondantemente sul suo volto». Queste lacrime coincidono con la piena maturità, con un periodo di fondazioni dell’Ordine e di attività apostoliche in tutta Europa. Era il mezzo per ottenere nuove vocazioni e nuovi predicatori del Regno.
«Ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi». Gesù ci invia disarmati in mezzo all’odio e all’aggressività; la nostra forza è solo l’amore, la bontà. Quando ci respingono ricambiare con un sorriso; se ci deridono rispondere con silenzio sereno. Ma continuare sotto la guida della Mamma Celeste a seminare la Parola di Dio con amore, come Gesù che ha continuato ad evangelizzare in mezzo a continue ostilità, fissando il suo sguardo nel Padre.
La nostra gioia, anche nell’apparente insuccesso, sarà quella di poter dire come Gesù: «Padre ho compiuto l’opera che ti mi avevi dato da fare. Ho manifestato il Tuo Nome agli uomini» (Gv 17,4.6).

 

La Parola per me, Oggi

Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato... non è un cristiano. Se sei cristiano, sei evangelizzatore; e se non sei evangelizzatore, non sei cristiano.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, sono belli i passi dei tuoi messaggeri di pace e di salvezza, i passi di coloro che rispondono alla tua chiamata per portare al modo la gioia della Tua venuta. Donami la forza di ascoltare oggi la tua voce e di risponderti, perché tu chiami anche me. E allora anche con i miei passi “camminerà” la tua Salvezza.

Il Mio Rosario
Gesù è battezzato nel Giordano
«Uno solo si immerse, ma elevò tutti con sé... uno solo prese su di sé i peccati di tutti, perché in lui fossero perdonati i peccati di tutti» (S. Ambrogio).Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria

 

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