Messalino di Giovedì 6 Giugno

Messalino di Giovedì 6 Giugno

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (2,8-15)

Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio Vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.

* Paolo ha appena abbozzato a Timoteo il quadro della vita apostolica. Si tratta di combattimenti e di fatiche spesso penose, e l’apostolo ricorda che egli stesso sopporta le catene della prigionia (2 Tm 2,1-7). Un pensiero lo deve incoraggiare: il ricordo della passione gloriosa di Cristo e la certezza della trasfigurazione della propria esistenza.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 24)
Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.

 

Canto al Vangelo (Cf. 2 Tm 1,10)
Alleluia, alleluia. Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

* «Amerai». Gesù afferma con forza il primato dell’amore. «Con tutto il cuore (= intensità di affetti), con tutta l’anima (= intensità di ascolto), con tutta la mente (= intensità di riflessione e di meditazione)».

 

Spunti di Riflessione

Amare

* La Sinagòga conosceva 613 comandamenti, di cui 248 positivi e 365 negativi, divisi a loro volta in grandi e piccoli. Una tale lacerazione dell’amore verso Dio tranquillizzava i farisei perché sapevano, con questa morale del permesso e del proibito, fino a che punto potevano spingersi senza commettere peccato; a mezzo di questa bilancetta di precisione calcolavano ciò che Dio gli doveva in merito.

* «Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore». È fondamentale questa frase introduttiva. Dio è Signore; la risposta dell’uomo a quest’unico Signore può essere soltanto una sincera, totale dedizione. L’uomo che vuol rispondere a questo Dio, deve aderire a lui con tutte le forze dell’anima. Quest’offerta personale a Dio si esprime in tutto quanto l’uomo fa nella sua vita.

* Di conseguenza assume lo stesso significato anche l’amore del prossimo: nel prossimo noi incontriamo Dio. Il nostro cuore in questo amore: ecco il frutto che Dio si attende. L’amore di Dio e del prossimo «vale più di tutti gli olocausti e sacrifici». Ecco cosa significa comprendere la Legge. Chi comprende rettamente la Legge, come lo scriba, comprende Gesù. La Legge del resto vuole guidare a Cristo; in Gesù il Regno di Dio è apparso nel mondo. Così chi obbedisce allo spirito della Legge non è più lontano da Cristo, dalla vita del Regno di Dio.

 

La Parola per me, Oggi

Al ricco, Gesù rispose che una sola cosa gli mancava per entrare nel Regno: lasciare ogni cosa per seguire lui (Mc 10,17-21). A questo scriba dice che non è lontano dal Regno: è vicino e ci entrerà solo se oserà fino in fondo interrogarlo. Allora capirà l’amore di Dio per lui, e saprà amare come è amato. Gesù vuole essere interrogato.

 

La Parola si fa Preghiera

Gesù, tu vuoi essere interrogato da me, perché io impari da te cos’è l’amore e chi è il Signore. Se io non oso chiedere, continua tu a interrogarmi, fino a quando io ti interrogherò. E tu istruiscimi (Gb 42,4).

 

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