Messalino di Giovedì 6 Ottobre

Messalino di Giovedì 6 Ottobre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (3,1-5)

O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso! Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse invano! Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede?

* Per i Galati il cristianesimo era soltanto un supplemento di doveri religiosi che si aggiungevano alla Legge di Mosè. Era il trionfo del moralismo. Ma dove stava la fede? Per Paolo la fede in Cristo significava una nuova vita che introduceva in un universo di relazioni assolutamente inaudite con le Tre Persone divine.

 

 

Salmo Responsoriale (Cant.: Lc 1,68-75)
Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza.

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

 

 

 

 

Canto al Vangelo (At 16,14b)
Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (11,5-13)

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

* Gesù fa un’applicazione chiara: chi prega non deve stancarsi. Gli sarà aperto ed egli troverà e riceverà. Ma perché Dio fa aspettare tanto l’uomo? Se Dio fa attendere è perché vuole educare l’uomo alla preghiera. Anzi, il dover aspettare è per l’uomo una grazia. La preghiera è un approfondimento vitale del proprio essere dinanzi a Dio; è un guardare a Dio, un parlare con Dio, un andare a Dio.

 

Spunti di Riflessione

Un Amico?
La Parabola del Vangelo di oggi risponde ad un interrogativo che sorge comunemente in chi prega: se Dio ci vuol bene, e parliamo a lui come l’amico parla con l’amico (Es 33,11), perché ci sembra di trovarci davanti ad un nemico, restìo a dare? La preghiera è il luogo dove percepiamo per la prima volta la realtà del peccato: la nostra lontananza e ostilità nei confronti di Dio, che proiettiamo su di lui. Il suo silenzio sordo e ostile ha un significato profondo di salvezza: esige una fede senza limiti nel suo amore senza limiti, una fede sfacciata nel suo amore sfacciato che lo porta a fare del suo “sonno” il luogo in cui si dona a noi. Nel suo silenzio ci affidiamo a lui, senz’altra prova che la fiducia in lui che si è consegnato a noi. Proprio così vinciamo la menzogna antica che ci fece vedere in Dio un nemico, e ci abbandoniamo a lui che abbiamo abbandonato. Torniamo ad essere figli.

Preghiera
La stanza è bassa, in passato probabilmente era una cantina. Muri rozzi di pietre grezze. Al centro una mensa rotonda, con un Crocifisso. Un piccolo tabernacolo con davanti un lumino. In un angolo una suorina inginocchiata per terra, prega: Gli occhi fissi al tabernacolo. Mezz’ora, tre quarti d’ora, un’ora. Non è solo una preghiera. Si direbbe la preghiera personificata.
«Come fa a pregare così?...», le chiedono.Il suo volto s’illumina di sorriso e racconta la sua storia... S’è fatta suora per pregare... perché deve tutto alla preghiera... Una volta non pregava. Anzi la sua giovinezza era vuota. Non credeva più a nulla... «Mio padre è un ricco industriale di Parigi... Una sera entrai per caso in una Chiesa... c’era solo un prete che pregava... mi inginocchiai dal lato opposto. Ho provato a pregare. Ma non mi veniva niente... Feci per andarmene... Prima volli ancora dare un ultimo sguardo a quel prete. Fu allora che ebbi come un colpo al cuore. Il prete aveva il volto sepolto tra le mani. Immobile, assorto. Avevo sempre pensato che i cristiani facessero finta di credere a certe cose. Quest’uomo invece ci credeva sul serio... Era come trasfigurato... Doveva essere bello pregare... Mi venne la tentazione di chiedergli... “mi insegni a pregare”, ma non osai... Da quel giorno ho ripreso a pregare... Il resto è venuto come conseguenza...».

 

 

La Parola per me, Oggi

Tanti ancora non hanno scoperto la meravigliosa avventura di stare con Dio nella preghiera: prega per loro e se puoi prega un’Ave Maria con un tuo fratello che non prega.

 

La Parola si fa Preghiera

Potessimo avere anche noi la sfacciataggine dell’amico importuno nel chiedere insistentemente la tua grazia, Signore! E poiché chi chiede, ottiene, siamo certi che non ci rifiuterai il dono di cui abbiamo tanto bisogno, il tuo Santo Spirito, che vive con te e con il tuo Figlio, per i secoli dei secoli.

 

 Il Mio Rosario 

Contemplando Gesù nel suo Battesimo rimaniamo ad ascoltare nel nostro cuore la voce del Padre che sussurra anche a noi: “Tu sei mio figlio, in te mi sono compiaciuto”.

Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.

 

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