Messalino di Giovedì 6 Settembre
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (3,18-23)
Fratelli, nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani». Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
* Dio non si trova al termine di una ricerca filosofica; al contrario, confonde i sapienti rivelandosi egli stesso agli uomini senza attendere il termine della loro ricerca e svelando chi egli è, in Gesù crocifisso.
Salmo Responsoriale (dal Sal 23)
Del Signore è la terra e quanto contiene.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Canto al Vangelo (Mt 4,19)
Alleluia, alleluia. Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
* Gesù comincia a raccogliere i discepoli, i collaboratori attivi della sua opera. Egli si serve degli uomini per realizzare il suo piano divino. La chiamata inizia con Simon-Pietro; egli crede alla parola di Gesù e si arrischia in un’impresa, a giudizio umano, disperata.
Spunti di Riflessione
Sono un uomo peccatore
Nell’obbedienza alla Parola di Gesù Pietro scopre la potenza effettiva di colui che opera ciò che dice: cade alle ginocchia di Gesù, il Signore, e si scopre “uomo peccatore”. Luca sa che si scoprirà ancora più peccatore in futuro. Sarà per grazia che lui confermerà nella fede i fratelli. Ma il recipiente di questa grazia è la scoperta che fa qui: il proprio peccato. Davanti alla verità di Dio e al suo dono di misericordia, l’uomo scopre la propria verità. Si sente
lontano – per questo gli dice di allontanarsi da lui – e si vede perduto: sa di non essere quello che deve essere e si sente indegno. Non c’è rivelazione di Dio senza coscienza del proprio peccato: la sua infinita altezza si conosce contemporaneamente alla nostra infinita bassezza e solo da questa!
Un nuovo cammino
Di fronte al riconoscimento che Pietro fa della propria nullità ecco che il Signore risponde con parole meravigliose: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». I discepoli di Gesù hanno per scopo di trasportare nel mare dell’Amore di Dio che non conosce sponde, i pesciolini umani, di tirarli fuori dalle pozzanghere del peccato e farli guizzare nelle acque spumeggianti della grazia dove c’è la libertà di Dio. Gesù dà ai suoi apostoli l’incarico e l’autorità di pescare. Dispone perciò che i suoi discepoli abbiano a raggiungere gli uomini con la pazienza e con la costanza propria dei pescatori. Devono quindi continuamente pescare anime in ogni grado sociale, a ogni età. Questa è la loro missione.
La Parola per me, Oggi
La nostra missione, come quella di Pietro, che ha fatto esperienza della misericordia del Signore che lo ha pescato dal peccato, è oggi “pescare uomini” dall’abisso del peccato per salvarli. E questo attraverso l’annuncio della sola Parola che salva.
La Parola si fa Preghiera
Noi siamo tuoi Signore Gesù Cristo, tu ci hai pescato dall’abisso del nostro peccato, tu con la tua Parola potente ci rendi “pescatori di uomini”. Solo l’abisso della Tua tenerezza poteva scalfire il nostro cuore di pietra per farne un altare a te gradito. Grazie che ci accogli e ci ami così come siamo.