Messalino di Giovedì 7 Giugno

Messalino di Giovedì 7 Giugno

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (2,8-15)

Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti,
discendente di Davide, come io annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.

* Paolo ha appena abbozzato a Timoteo il quadro della vita apostolica. Si tratta di combattimenti e di fatiche spesso penose, e l’apostolo ricorda che egli stesso sopporta le catene della prigionia (2 Tm 2,1-7). Un pensiero lo deve incoraggiare: il ricordo della passione gloriosa di Cristo e la certezza della trasfigurazione della propria esistenza.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 24)
Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.

 

Canto al Vangelo (cf 2 Tm 1,10)
Alleluia, alleluia. Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

* «Amerai». Gesù afferma con forza il primato dell’amore. «Con tutto il cuore (= intensità di affetti), con tutta l’anima (= intensità di ascolto), con tutta la mente (= intensità di riflessione e di meditazione)». Ecco qual è il maggiore comandamento, quello prioritario.

 

Spunti di Riflessione

Amare
Dunque è un amore tridimensionale: Dio, prossimo, se stesso. Se io non amo me stesso sono un cadavere, devo amarmi. Il guaio è che tendo ad amare esclusivamente me stesso e allora divento peggio di una bestia. Il prossimo: chi mi sta vicino; perché è facile amare uno che è assente, lontano. Invece amare chi ci sta gomito a gomito. E questo è più difficile. E come lo si ama? Donarsi, fare attenzione all’altro, come lo faccio a me stesso.
E amare Dio, ancora più difficile. Perché Dio non si vede. Noi per amare abbiamo bisogno di vedere qualcosa; allora Dio si è fatto vedere in Gesù. Ma Gesù, per avere un amore allo stato puro, si nasconde nell’Eucaristia e nella sua parola, e si nasconde nei fratelli, nel prossimo, perché noi lo possiamo amare allo stato purissimo. Perché se si presenta così com’è ci affascina talmente che non c’è difficoltà ad amarlo, cioè non c’è la prova; l’amore per essere amore dev’essere provato.
«Non c’è altro comandamento più grande di questi». In S. Matteo è detto: «e il secondo è simile», non uguale. «Il primo»: priorità. Come si fa ad amare Dio? La sua parola e l’Eucaristia, la Trinità: «Il Padre li vuole così i suoi adoratori: in Spirito Santo e in Gesù–Verità». Dobbiamo diventare anime trinitarie, come era Maria, è Lei l’educatrice all’amore. Se non amiamo Dio non possiamo amare i fratelli. Come la prova che si ama Dio è amare i fratelli. Lo sbaglio è dare la prevalenza, la priorità all’amore del prossimo, trascurando quello verso Dio (com’è avvenuto col marxismo, che è diventato l’egoismo più sfrenato, altro che la libertà dell’amore).
«E secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui»: cioè l’Assoluto è Dio, supera tutto. In certi monasteri c’è scritto: “Dio solo”. Centrare la propria vita solo su Dio, è l’unico assoluto. Ci vuole l’aiuto dello Spirito Santo. E Maria ci insegna ad amare i Tre, ad essere veramente anime trinitarie, sul suo stile.

 

La Parola per me, Oggi

Al ricco, Gesù rispose che una sola cosa gli mancava per entrare nel Regno: lasciare ogni cosa per seguire lui (cf Mc 10,17-21). A questo scriba dice che non è lontano dal Regno: è vicino e ci entrerà solo se oserà fino in fondo interrogarlo. Allora capirà l’amore di Dio per lui, e saprà amare come è amato. Gesù vuole essere interrogato.

 

La Parola si fa Preghiera

Gesù, Tu vuoi essere interrogato da me, perché io impari da te cos’è l’amore e chi è il Signore. Se io non oso chiedere continua tu a interrogarmi, fino a quando io interrogherò, e tu istruiscimi. (Gb 42,4).

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus