Messalino di Lunedì 12 Febbraio

Messalino di Lunedì 12 Febbraio

 

Dalla lettera di san Giacomo apostolo (1,1-11)

Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono nella diaspora, salute.
Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.
Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare, mossa e agitata dal vento. Un uomo così non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: è un indeciso, instabile in tutte le sue azioni.
Il fratello di umile condizione sia fiero di essere innalzato, il ricco, invece, di essere abbassato, perché come fiore d’erba passerà. Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l’erba e il suo fiore cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce. Così anche il ricco nelle sue imprese appassirà.

* I corrispondenti di Giacomo sono nella prova; sembra anche che manchino di saggezza; infine, vivono nella povertà. Realizzano quindi perfettamente le condizioni che caratterizzavano, in Israele, i «poveri di Jahvè». Perciò Giacomo annuncia loro la salvezza con i termini stessi degli antichi profeti: «l’umile sarà glorificato, l’orgoglioso sarà umiliato».

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 118)
Venga a me la tua misericordia e avrò vita.

Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua promessa.
Tu sei buono e fai il bene:
insegnami i tuoi decreti.

Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari i tuoi decreti.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.

Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti
e con ragione mi hai umiliato.
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.

 

Dal Vangelo secondo Marco (8,11-13)

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

* Come gli Israeliti nel deserto avevano tentato Dio, esigendo da Lui prodigi sempre più grandi, così i Farisei vorrebbero che Gesù facesse vedere loro un segno operato da Dio, che mostri la sua divinità. Gesù rifiuta di compiere azioni prodigiose e sbalorditive a motivo della malvagità e dell’incredulità di coloro che chiedono il segno. Essi vogliono compromettere Gesù dinanzi al popolo.

 

Spunti di Riflessione

«A questa generazione non sarà dato alcun segno»
«Un segno dal cielo». Accettano le sue parole solo se sono convalidate da un segno e Gesù dirà sempre con rincrescimento: «Se voi non vedete segni e prodigi, voi non credete».
La vera fede è ascoltare la Parola di Dio, accettare, accogliere la Parola di Gesù e non condizionarla con un segno perché allora entra in prevalenza l’uomo a condizionare Dio!
Queste parole di Gesù pronunciate subito dopo il fatto dei pani, valgono per «questa» generazione, ossia per ogni generazione.
Anche Israele nel deserto pretese un segno indubitabile della sua benevolenza: «È Dio in mezzo a noi, sì o no?» (Es 17,7). Ma chi chiede sempre prove senza mai fidarsi, instaura un meccanismo di ricatto che allontana sempre più dall’amore. La nostra ostinazione a non credere è la croce di Dio: lo tocca sul vivo, lo ferisce al cuore, lo uccide nella sua essenza.
«Li lasciò, risalì sulla barca»: li abbandona, li lascia, non discute più oltre perché Gesù non discute mai, Gesù afferma, chiede la fede; gli altri vogliono discutere!
Gesù ci ha già dato il suo massimo segno donandoci se stesso nel suo pane. Non bisogna chiedergli altri segni, ma credere nel segno che ci ha dato. Oltre a questo non c’è più niente: è Dio stesso, tutto per noi. Non resta che riconoscere, adorare, gustare e viverne.
Il discepolo, invece di chiedere segni, chiede la capacità di vedere quelli che Gesù gli ha già dato.

 

La Parola per me, Oggi

La nostra durezza di cuore entra in conflitto con Gesù. Siamo sordi selettivi, che capiscono tutto, ma non la sua parola. La nostra lingua è sciolta in tutto, ma tremendamente annodata nel silenzio quando c’è da rispondere a lui. Oggi chiederò al Signore di comprendere il dono che mi ha fatto, e di fidarmi di lui invece di continuare a chiedere prove.

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, Dio nostro, a volte ci sembra che tu abbia disertato la terra, e vorremmo che ti manifestassi con un segno clamoroso agli uomini della nostra generazione. Aiutaci a riconoscere la mancanza di fede che si nasconde in questo desiderio, perché il migliore dei segni tu ce l’hai già dato in Gesù Cristo, che ha donato la sua vita per amore e ora vive e regna nei secoli dei secoli.

 

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