Messalino di Lunedì 12 Giugno

Messalino di Lunedì 12 Giugno

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,1-7)

Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.

* Non è possibile definire le sventure attraverso cui è passato Paolo; fra queste afflizioni c’era l’opposizione della comunità di Corinto, ora, almeno questa è scongiurata, il che reca balsamo alle ferite dell’Apostolo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 33)
Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

 

Canto al Vangelo (Mt 5,12)
Alleluia, alleluia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

* Le otto beatitudini nel loro insieme danno la figura del discepolo perfetto di Gesù, figura che verrà determinandosi più dettagliatamente lungo tutto il discorso della montagna. «Beati» significa «salute, fortuna a voi».

 

Spunti di Riflessione

«Grande è la vostra ricompensa nei cieli»
Umiltà e carità sono il filo che lega insieme queste otto beatitudini. Gesù promette una cosa inaudita: «Il Regno dei Cieli». Promette una sazietà inesprimibile, e una consolazione totale, il Paradiso, la tenerezza affettuosa di Dio. Promette Dio stesso. «Siamo realmente - S. Giovanni, nella sua 1a Lettera come lo sottolinea! - figli di Dio». Paolo diceva: «Se uno è in Cristo, è una nuova creatura».
Le Beatitudini hanno quattro caratteristiche: sono cristocentriche, cioè fanno centro in Gesù. Sono escatologiche: promettono qualche cosa che deve venire, ma che verrà senz’altro alla fine dei tempi. Sono paradossali: sono chiamati beati quelli che piangono, i poveri, gli afflitti; che paradosso! Sono cosmiche, perché tutto viene rinnovato; la beatitudine dilaga in tutto l’universo, perché l’uomo è al centro di tutto.
Rileggendo le Beatitudini si scopre che la sola cosa nuova che rinnoverà tutto il mondo, che farà esplodere il Regno di Dio e che sarà eternamente nuova, è l’Amore.
Dio è Amore. Le Beatitudini sono centrate sull’Amore. «L’Amore non finisce mai», dice S. Paolo. L’Amore è Dio che lavora in ogni uomo e in tutta la sua storia; l’Amore non può invecchiare; cancella ogni colpa; cancella la maledizione della colpa; lavora anche oggi alla nostra nuova creazione, è nascosto nelle tenebre della nostra anima; è nascosto nel buio della nostra storia individuale; ma non è mai completamente nascosto per quelli che sono sensibili alla voce dello Spirito Santo, che hanno «gli occhi del cuore», sempre aperti e illuminati. «Non lo vedete?» chiede il profeta. Non lo vediamo questo mistero di amore che lavora in noi, che sta creando cieli nuovi e terra nuova, che ci sta trasfigurando, che ci proietta nella risurrezione, che ci fa accostare e adorare Gesù nell’Eucarestia, che ci fa amare la Madonna come nostra Madre?

 

La Parola per me, Oggi

Condizione per entrare nel Regno dei cieli è il farsi piccoli dinanzi a Dio e l’avere una sincera disponibilità per gli uomini. Regno di Dio e regno dell’uomo si oppongono come due modi contrari di valutare e di vivere.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, Dio nostro, il tuo Figlio è venuto ad annunciare l’avvento di un mondo nuovo in cui i poveri sono ricchi, quelli che piangono possiedono la gioia e quelli che hanno fame di giustizia sono saziati. Aprici veramente a questa nuova legge, così sconcertante per il nostro limitato modo di vedere, e donaci un cuore puro, perché possiamo contemplarti faccia a faccia.

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