Messalino di Lunedì 12 Novembre
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito (1,1-9)
Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. Ognuno di loro sia irreprensibile, marito di una sola donna e abbia figli credenti, non accusabili di vita dissoluta o indisciplinati.
Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: non arrogante, non collerico, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagni disonesti, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, fedele alla Parola, degna di fede, che gli è stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori.
* Il presbitero e l’episcopo, non basta che essi si giudichino capaci di questo ministero per essere accettati. Certi possono proporsi (cf 1Tm 3,1) ma solo l’Apostolo o il suo rappresentante li designa, manifestando così una chiamata che viene dal Cristo stesso.
Salmo Responsoriale (dal Sal 23)
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Canto al Vangelo (Fil 2,15)
Alleluia, alleluia. Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (17,1-6)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
* Il comando di perdonare sempre capovolge talmente le visuali dei discepoli che sentono il bisogno di rivolgersi alla potenza del Signore Gesù, perché sia Lui stesso ad aumentare la fede in queste parole e gli dia la forza di praticarle.
Spunti di Riflessione
«Accresci in noi la fede!»
Lo “scandalo” viene qui sentito come una potenza personale, che ostacola la fede e fa scivolare verso l’apostasia. Gli scandali sono figli del diavolo (cf Mt 13,38.41). Chi sta saldo nella fede in Gesù e adempie la volontà di Dio che gli è stata annunciata, deve opporsi agli “scandali” (cf Mt 7,23). È impossibile che essi non avvengano, perché previsti dal piano di Dio e quindi necessari (cf Mt 18,7). La predicazione del Vangelo provoca fatalmente lo scoppiare degli scandali. Solo nella pienezza dei tempi essi saranno sgominati (cf Mt 13,41).
Gli scandali si servono dell’uomo per giungere al loro scopo. Essi avvengono per mezzo di lui, quando egli si presta come loro strumento. A un uomo di tal fatta viene lanciato il “guai!” che si trova nella minacciosa predicazione dei profeti.
Sarebbe meglio allontanare per sempre lo scandaloso piuttosto che uno dei più piccoli ne sia contaminato. La salvezza di questi piccoli è compromessa. Questi piccoli non sono i bambini, ma i poveri, i diseredati e i disprezzati, rappresentati nella parabola dal mendico Lazzaro. È proprio per loro che Dio ha preparato il suo regno, perché egli li ha scelti (cf Lc 6,20ss). Ai suoi occhi ognuno di questi piccoli ha il più alto valore, perché è sua volontà che nemmeno uno di essi vada perduto.
Un cristiano commette peccato? Occorre riprenderlo. Il silenzio della comunità è un peccato della comunità. Riprenderlo. Chi lo lascia fare e non si cura del suo peccato, si rende colpevole. L’ammonizione tende a condurre il fratello alla conversione. Se egli riconosce la sua colpa e si converte, allora il fratello deve perdonargli.
La comunità dei discepoli sarà santificata se un discepolo perdona all’altro, se perdona sempre, malgrado ogni ricaduta, anche sette volte al giorno, ossia con una frequenza illimitata. Se il discepolo perdona al fratello, anche le sue proprie colpe saranno perdonate a lui da Dio (cf 11,4).
Parlano gli apostoli. Essi hanno compreso che bisogna aggiungere nuova fede alla loro fede, se vogliono adempiere quanto Gesù pretende. Essi aspettano da Gesù la forza di poter condurre a compimento ciò che egli esige da loro.
La Parola per me, Oggi
Per evitare di scandalizzare e saper perdonare, è necessario un supplemento di fede. Essa opera l’impossibile: ci dona di servire in spirito di gratuità e amore, come il Signore stesso.
La Parola si fa Preghiera
Signore, Dio nostro, se avessimo un po’ di fede solleveremmo il mondo. Se avessimo un po’ di carità, incendieremmo i cuori. Aumenta in noi la fede e l’amore, e anche la speranza, che fa risplendere nella nostra vita la luce dell’eternità.