Messalino di Lunedì 15 Ottobre

Messalino di Lunedì 15 Ottobre

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (4,22-24.26-27.31; 5,1)

Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera, in virtù della promessa. Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due alleanze. Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar.
Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi. Sta scritto infatti:
Rallégrati, sterile, tu che non partorisci,
grida di gioia, tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell’abbandonata,
più di quelli della donna che ha marito.
Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.

* Paolo stabilisce il parallelo fra Sara e Gerusalemme applicando alla Chiesa una profezia di Isaia sulla Gerusalemme messianica, che le prometteva una straordinaria fecondità dopo il tempo della  sterilità: la Chiesa è la Novella Sara e, come quella, è dunque libera.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 112)
Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero.

 

Canto al Vangelo (Sal 94,8ab)
Alleluia, alleluia. Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (11,29-32)

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

* Non dobbiamo aver invidia della generazione dei contemporanei di Gesù. Pur avendo visto, non ne hanno ascoltato la Parola; invece di dare segno di obbedienza, hanno addirittura preteso che lui obbedisse loro, esibendosi con ulteriori segni. Egli rifiuta di darne, perché egli stesso è un segno, come lo fu Giona: segno della misericordia di Dio per tutti, tanto efficace che perfino i niniviti si convertirono al suo annuncio.

 

Spunti di Riflessione

Il vero segno
Nessun segno sostituisce la fede; tutti portano ad essa, e in essa, in qualche modo finiscono. Quando ci fidiamo di Dio, non chiediamo più delle prove; incominciamo invece a dargli fiducia. Il vero segno della fede è quindi la nostra conversione alla sua Parola. Quanto Gesù ha fatto è sufficiente a credere che con lui è finito il regno di satana ed è iniziato quello di Dio. Dio concede come segno definitivo l’annuncio della sua misericordia. Così rispetta sia la libertà dell’uomo, che può aderire o meno alla proposta, sia la propria verità di amore, che non può non rispettarla. Altri segni di tipo spettacolare, che costringono all’assenso, sono rifiutati come tentazioni. L’amore esige, anzi crea libertà! Chi ama è sempre esposto al rifiuto: pur di non costringere l’altro, muore lui stesso di passione non corrisposta. Ma proprio così dà, oltre ogni segno, la realtà di un amore assoluto e senza condizioni. La Parola, che ci chiama alla conversione è l’annuncio di questo amore rifiutato e crocifisso per noi. Dio non ci può dare nessun segno più grande di questo. Pretenderne altri è non aver capito chi è lui e cos’è la fede. Dio è amore, e la fede è accettare questa sua prova di amore.

 

La Parola per me, Oggi

Esaminiamo oggi il nostro rapporto con Dio: abbiamo con lui un rapporto di ricatto, come i giudei che pretendono un segno, o di fiducia?

 

 

La Parola si fa Preghiera

Fa’ che ascoltiamo la tua voce, Signore, e non le nostre assurde pretese di sicurezza. Abbi pietà di noi, che troppo spesso siamo ansiosi di segni e poveri di quella fiducia che vede in te il segno inconfondibile di un Amore senza limiti, che ci chiama a conversione.

   Il Mio Rosario

  1. Maria, Vergine del Sabato Santo

Maria, adagiato nel sepolcro il corpo esangue del Figlio, ha atteso nella fede il mattino della sua risurrezione.

Come Maria, con coraggio guardiamo in faccia la morte e, per fede, diventiamo portatori di speranza e testimoni della vita nuova che il Risorto ha operato in noi.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria

 

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