Messalino di Lunedì 21 Agosto
Dal libro dei Giudici (2,11-19)
In quei giorni, gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal; abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, e seguirono altri dèi tra quelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore, abbandonarono il Signore e servirono Baal e le Astarti.
Allora si accese l’ira del Signore contro Israele e li mise in mano a predatori che li depredarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno, ed essi non potevano più tener testa ai nemici. In tutte le loro spedizioni la mano del Signore era per il male, contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore aveva loro giurato: furono ridotti all’estremo.
Allora il Signore fece sorgere dei giudici, che li salvavano dalle mani di quelli che li depredavano. Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via seguita dai loro padri, i quali avevano obbedito ai comandi del Signore: essi non fecero così.
Quando il Signore suscitava loro dei giudici, il Signore era con il giudice e li salvava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice, perché il Signore si muoveva a compassione per i loro gemiti davanti a quelli che li opprimevano e li maltrattavano. Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, seguendo altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro: non desistevano dalle loro pratiche e dalla loro condotta ostinata.
* La storia del popolo consiste in un incessante passaggio dalla fedeltà all’infedeltà. Ogni volta che il peccato si stabilisce nei cuori, un’invasione falcia tosto il popolo che poi è ricondotto alla fedeltà e al servizio di Dio, grazie all’intervento di un “giudice” liberatore.
Salmo Responsoriale (dal Sal 105)
Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
[I nostri padri] non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,
ma si mescolarono con le genti
e impararono ad agire come loro.
Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.
Immolarono i loro figli
e le loro figlie ai falsi dèi.
Si contaminarono con le loro opere,
si prostituirono con le loro azioni.
L’ira del Signore si accese contro il suo popolo
ed egli ebbe in orrore la sua eredità.
Molte volte li aveva liberati,
eppure si ostinarono nei loro progetti
ma egli vide la loro angustia,
quando udì il loro grido.
Canto al Vangelo (Mt 5,3)
Alleluia, alleluia. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo (19,16-22)
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
* La ricchezza da cui occorre liberarsi non è solo distacco dai beni della terra, ma distacco dalla logica umana. Si tratta di un salto di qualità forte, assoluto, in quanto ci si priva delle proprie capacità e risorse per affidarsi a qualcuno — fosse anche Dio — esterno a sé.
Spunti di Riflessione
«Vieni! Seguimi!»
Il regno di Dio esige un cambiamento di mentalità che metta in condizione di compiere oltre la fedele osservanza dei precetti anche una totale donazione alla volontà di Dio.
Essere ricco equivale a non poter vedere la realtà del regno di Dio: occupato nelle cose terrene il ricco ha poco tempo e forze da impegnare per l’attuazione del regno dei cieli. Ha il cuore diviso. Segue Gesù con incertezza e indecisione.
«Buono è uno solo». Gesù richiama il giovane a Dio stesso. Secondo Matteo, il giovane considera Gesù soltanto come uno scriba. Il quesito sulle condizioni per l’accesso al regno di Dio non può essere spiegato dai rabbini, ma dipende dalla volontà di Dio. Gesù qui non parla del fatto che egli stesso annuncia la volontà di Dio.
La condizione fondamentale per l’ingresso nella vita eterna è l’osservanza del decalogo (dieci comandamenti) (Es 20,13-16) e del comandamento dell’amore per il prossimo (Lv 19,18). Il nuovo popolo di Dio deve osservare la legge del decalogo e la legge della santità. La novità apportata da Gesù è secondo Matteo, la giusta comprensione della tradizione, l’osservanza radicale della legge.
Gesù invita il giovane a seguirlo come discepolo e a lasciare perciò i suoi beni. L’osservanza dei singoli comandamenti senza l’abbandono completo alla volontà di Dio, che consiste nella rinuncia a tutti i beni terrestri e nel seguire Gesù, ha soltanto un valore parziale.
«Solo il calore può far sciogliere la neve e il ghiaccio. Ama e vedrai... La fede passa il muro del suono!».
La Parola per me, Oggi
Gesù è totalitario: vuole tutto, la sua misura è l’assoluto. In ogni cosa, mi impegno a cercare ciò che è più perfetto, ciò che dona il massimo amore a Dio e ai fratelli? È questa misura che fa i Santi.
La Parola si fa Preghiera
O Padre, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Amen.