Messalino di Lunedì 28 Maggio
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1,3-9)
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
* Pietro invita alla gioia le comunità cristiane esposte alla incomprensione, e perfino alla persecuzione a causa della loro fede in Gesù che amano e nel quale credono pur non avendolo né incontrato né visto. La loro fede viene purificata con le prove della vita come l’oro lo è con il fuoco.
Salmo Responsoriale (dal Sal 110)
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.
Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre.
Canto al Vangelo (2Cor 8,9)
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (10,17-27)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
* Un tale (Matteo dice un giovane) chiede a Gesù cosa deve fare per avere la vita eterna. Gesù innanzitutto l’indirizza ad amare Dio: «solo Dio è buono», e amarlo vuol dire osservare i suoi comandamenti. Ma c’è una via migliore: la sequela è qualcosa di più del semplice adempimento della Legge. Il giovane se ne va via triste perché deve rinunciare a troppe ricchezze.
Spunti di Riflessione
Gesù e un tale molto ricco
Il ricco, mentre Gesù sta per uscire di casa, gli si prostra dinanzi e gli chiede: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù accetta l’onda di amore di quel giovane, ma la flette subito verso il Padre: “Dio solo è buono”. Poi, Gesù gli risponde in due tempi: prima si rivolge a un figlio della Legge e gli cita il Decalogo, aggiungendovi: “non frodare”, un verbo che costituisce la tentazione di ogni ricco. Il giovane, con un viso radioso di sincerità, interloquisce: “Tutto questo l’ho osservato fin dalla giovinezza” e lo dice con tanta purezza da affascinare Gesù. Gesù lo fissa con lo sguardo e gli dimostra amore. Poi, Gesù si rivolge a un possibile e eventuale figlio della Fede e gli esplicita ciò che manca per essere perfetto: disfarsi di tutto. Il vuoto sarà riempito da Gesù: si tratta non più di seguire una Legge, ma di seguire Qualcuno. Gli offre un’esigenza: “Va’, vendi, da’” e poi un appello: “Vieni, seguimi”. Gesù lo mette di fronte a una scelta difficile: o continuare a osservare solo la Legge e possedere grandi beni oppure vendere i propri beni e seguire Gesù. Il seguire Gesù esige lo sradicamento totale. Il giovane se ne va via afflitto e triste: la tristezza è già una grazia perché è una breccia nella sua concezione di vita.
La Parola per me, Oggi
«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Un fanciullo spiegò così questa frase (che è la croce dei commentatori): “Un cammello, nemmeno ci pensa di entrare per la cruna di un ago; tanto meno un ricco nel Regno di Dio”. E tu: con che intensità desideri entrare nel Regno di Dio?
La Parola si fa Preghiera
Signore, se la porta del mio cuore dovesse restare chiusa un giorno, abbattila ed entra, non andare via.
Se le corde del mio cuore, non dovessero cantare il tuo nome un giorno, ti prego aspetta, non andare via.
Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno,
svegliami con la tua pena, non andare via.
Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno,
tu, mio Signore eterno, non andare via. (Rabindranath Tagore)
- UN MESE A MARIA -
- Adesso e nell’ora della nostra morte. “Adesso”: tutta la nostra vita è una successione di adesso, fino all’ultimo “adesso”, quello della nostra morte. L’Ave Maria è la preghiera per tutte le ore della nostra vita: per le ore della gioia e per quelle del dolore, per le ore della lotta e per le ore della serenità, per le ore della vita e per quella della morte. Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.