Messalino di Lunedì 3 Giugno

Messalino di Lunedì 3 Giugno

 

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo (1,2-7)

Carissimi, grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.
La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.

* Il cristiano deve fuggire la corruzione del mondo e sommare virtù a virtù. Iniziando con la fede, alimento della vita morale, deve continuare con l’adattare la propria condotta alla fede stessa; la conoscenza del disegno di Dio; la temperanza; la pazienza nella prova; la pietà; la carità fraterna; l’amore, corona di ogni virtù che, unendo a Dio, purifica, affina e rafforza l’animo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 90)
Mio Dio, in te confido.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido».

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui.

Lo salverò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli mostrerò la mia salvezza».

 

Canto al Vangelo (Cf. Ap 1,5)
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati e hai lavato le nostre colpe nel tuo sangue. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (12,1-12)

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo rimandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, il figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!” Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto questa parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

* La parabola offre un compendio della storia della salvezza: la sorte dei profeti, la morte di Gesù fuori delle mura di Gerusalemme.

 

Spunti di Riflessione

«La conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro»

* Conoscere meglio Gesù Cristo (Cf. 2 Pt 1,1-7) significa essere esattamente informati sulla sua persona e sulla sua dottrina, e riconoscerlo realmente come Signore.
Il cristiano è invitato ad aggiungere alla fede e alla virtù, anche la «conoscenza»; diremmo oggi è invitato a diventare «teologo», a istruirsi profondamente. Ciò non significa che possa essere autorizzato a pensare quello che gli pare, ancor meno a ritenere che si possa aggiungere qualche cosa alla storia della salvezza. Egli dipende da una tradizione, e quindi rimane religiosamente «un essere ammaestrato».
Scrive Paul Delatte: «Occorre sforzarsi di vivere sempre raccolti; ricondurre la propria anima a Dio e mantenerla; ritornare senza tregua al centro; lavorare e vivere davanti a lui».

Pazienza e Giudizio

* Questa parabola pone in risalto la pazienza di Dio che tollera così a lungo l’infedeltà, sperando nella buona volontà dell’uomo che, invece, pensa alla debolezza e forse alla paura di Dio stesso. Questi, in realtà, va al di là di ogni immaginazione, inviando il suo stesso Figlio, unico e diletto. È qui che la parabola giunge al culmine della manifestazione della misericordia di Dio, poiché Egli sapeva bene che l’uomo avrebbe ucciso suo Figlio.
Qui il limite della pazienza: l’uomo che non accetta di rinsavire è cacciato: «Vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti» (Mt 21,43). Il campo di Dio è lasciato ai pagani.

 

La Parola per me, Oggi

La parabola dice che il padrone invia il suo servo. Questo servo è ogni nostro prossimo che ci chiede aiuto. Molto spesso lo rimandiamo a mani vuote, dicendo che tutto quello che abbiamo è nostro e non possiamo regalare nulla. Non ci rendiamo conto che il servo è stato inviato dal padrone e non ci ricordiamo che «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

 

La Parola si fa Preghiera

Signore, rendi gli uomini capaci di scorgerti buono e misericordioso come sei. Soprattutto, fa’ loro capire che, se non sei tu il padrone della vigna della loro vita, invano essi la coltivano e la vegliano e che senza di te non potrebbero che contemplare la miseria del loro raccolto.

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus