Messalino di Lunedì 30 Ottobre
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani (8,12-17)
Fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
* Dato che la nostra speranza è fondata sulla nostra risurrezione, non siamo più debitori del nostro “io” egoista, dispotico, che si preoccupa solo di se stesso, perché chi non vuol perdersi nel suo egoismo deve morire. Con l’“uccisione delle opere del corpo”, Paolo non intende solo le cosiddette mortificazioni ascetiche, ma quella condotta umana che deriva essenzialmente dallo Spirito Santo e si svolge sotto la sua guida (8,14).
Salmo Responsoriale (dal Sal 67)
Il nostro Dio è un Dio che salva.
Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.
Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.
Canto al Vangelo (Gv 17,17)
Alleluia, alleluia. La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17)
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
* L’uomo, chiuso e rattrappito in sé, sta finalmente diritto innanzi a colui di cui è immagine e somiglianza: è libero, perché brilla su di lui la salvezza del suo volto, il suo Dio (Sal 42,12).
Spunti di Riflessione
La folla esultava per tutte le meraviglie da lui compiute
* Il tempo di Gesù è tempo di scelta donato da Dio: principio dell’eterna dannazione o dell’eterna salvezza. La guarigione della donna rattrappita è segno del sorgere del tempo salvifico. In questa donna è rappresentato con brevi tratti, ma con profondo significato, che cosa sia il tempo di Gesù. Prima dell’incontro con Gesù, la grande sofferenza: sotto il dominio di uno spirito malvagio, ammalata da diciotto anni, rattrappita, tutta piegata verso terra, impossibilitata a rizzarsi e a guardare in su. Gesù s’incontra con questa sofferente: la guarda con compassione, la chiama a sé, le dice la sua parola, le impone le mani. L’episodio riassume ciò che Gesù ha sempre fatto. Anche in questa donna inizia la salvezza: viene liberata dalle catene di satana e dalla malattia, può rizzarsi, è libera per la gloria di Dio. Anche qui si compie quanto era stato presentato come programma nel primo intervento nella sinagoga: «Ad annunziare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi il dono della vista» (4,18). La salvezza è presente.
* Il capo della sinagoga non riconosce i segni del tempo. È uno di quegli impostori che sanno interpretare esattamente i segni sulla terra e in cielo, ma che si chiudono al sorgere del tempo salvifico e non valutano perciò esattamente i segni che si offrono. La sua interpretazione della legge, il suo testardo attaccamento alla tradizione umana, la sua mancanza di comprensione per l’amore e la misericordia verso una creatura umana ammalata, non gli danno la possibilità di comprendere i segni del tempo. La sorte dei nemici di Gesù è la vergogna: davanti al popolo, e ancor più davanti al tribunale di Dio.
La Parola per me, Oggi
Lasciandoti guidare dallo Spirito di Dio, non puoi più far convergere a te «le opere del corpo»; esse sono veramente disinteressate o come dice Paolo, «morte». Chi si lascia guidare dallo Spirito Santo pensa i pensieri di Dio e si conforma alla sua volontà.
La Parola si fa Preghiera
Benedetto il Signore sempre; ha cura di noi il Dio della salvezza. Il nostro Dio è un Dio che salva; il Signore Dio libera dalla morte. (dal Sal 67)
* IL MIO ROSARIO
«Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa Maria, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria» (San Luigi M. Grignion de Montfort).
La presentazione di Gesù al Tempio.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.