Messalino di Lunedì 4 Aprile

Messalino di Lunedì 4 Aprile

 

Dal libro del profeta Daniele (13,42-62) - Forma breve

In quei giorni, la moltitudine condannò Susanna a morte. Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste tue parole?»
Allora Daniele, stando in mezzo a loro disse: «Siete così stolti, o figli d’Israele? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell’anzianità». Daniele esclamò: «Separàteli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentìsco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due».
Allontanato questi, fece venire l’altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire».
Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

* Susanna rappresenta l’anima d’Israele rimasta fedele a Dio, suo sposo. Rifiuta l’adulterio sotto gli alberi del giardino, che sono i luoghi simbolici degli antichi «adultèri» o infedeltà del popolo nei riguardi di Dio (Os 2 15; Ger 2,20-25; Ez 16,15-20; 1Re 14 21-24).

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 22)
Con te, Signore, non temo alcun male.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. 

 

Canto al Vangelo (Ez 33,11)
Lode e onore a te, Signore Gesù! Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore, ma che si converta dalla sua malvagità e viva. Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dal Vangelo secondo Giovanni (8,12-20)

In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me».
Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

* I Farisei vogliono catturare Gesù, ma non hanno il coraggio di farlo. Non è ancora giunta la sua ora.

 

Spunti di Riflessione

«Voi non conoscete né me né il Padre mio»
I Farisei obiettano: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù dimostra la verità della sua testimonianza. Secondo la Legge due testimoni bastano ad autenticare una asserzione. Ora Gesù ha questi due testimoni: il primo è lui stesso, perché è venuto dal Padre e torna al Padre. I Farisei giudicano in base alle apparenze esterne, se conoscessero la natura intima di Gesù saprebbero che egli è il Figlio di Dio, e di conseguenza, che tutto quello che egli asserisce è verità.
Il secondo testimone è il Padre che lo ha inviato. Ma i suoi nemici non conoscono neppure il Padre; non hanno una nozione esatta di Dio. Ecco perché non accolgono il Verbo di Dio. La luce non splende in loro, perché essi hanno sprangato i loro cuori alla luce.
«Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera». Un ragazzo – occhi castani e chioma scura – una mattina accompagnò il sacerdote a portare il Viatico a un vecchio pittore. Allora si usava andare in processione con il baldacchino, con ceri e col turibolo sino alla casa dell’infermo: il ragazzo, delicato e sensitivo, portava appunto il turibolo. Entrò con il sacerdote, vide che il vecchio riceveva devotamente l’Ostia bianca e si raccoglieva in amoroso ringraziamento.
A un tratto il vecchio pittore guardò il turibolo dove il fuoco s’era ormai spento, e ne trasse un carboncino con il quale, sulla parete bianca vicino al letto, disegnò in poche linee un bellissimo volto di Gesù.
Allora il ragazzo disse sottovoce: “Anch’io vorrei poter disegnare così una figura del Signore…”. Il pittore morente lasciò cadere il carboncino consumato, e sussurrò:
“Per potere mostrare agli altri il Signore, occorre prima averlo nel cuore”. Quel ragazzo capì la lezione e divenne un grande artista: il Murillo.

 

La Parola per me, Oggi

«Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». In questo testo è definita tutta la fisionomia del vero discepolo di Gesù: egli segue Gesù, va con lui; e quindi non cammina nelle tenebre, ma nella luce, ha la luce: «Voi siete la luce del mondo» (cf Mt 5,14).

 

La Parola si fa Preghiera

Apri gli occhi del mio cuore, Signore, perché possa contemplare in te, luce da luce, le meraviglie dell’amore del Padre, e seguirti per rinascere come vero figlio della luce.

 

 

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