Messalino di Lunedì 5 Settembre

Messalino di Lunedì 5 Settembre

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (5,1-8)

Fratelli, si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore. Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.

* Paolo si trova in presenza di un caso pubblico di immoralità avvenuto nella comunità di Corinto. Cristo e cristiani sono insieme gli elementi del banchetto pasquale, segno del mistero della Pasqua offerti in cibo agli uomini. Ai cristiani è soltanto chiesto di essere il più possibile conformi all’agnello, cioè di essere il più possibile «azzimi» spirituali.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 5)
Guidami, Signore, nella tua giustizia.

Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.

Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.

Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome.

 

Canto al Vangelo (Gv 10,27)
Alleluia... Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (6,6-11)

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

* Chi può dire che la legge del sabato proibisca di fare il bene e prescriva di fare il male? Il significato del sabato viene osservato facendo del bene agli uomini sofferenti e mostrando misericordia. «Gradisco la pietà e non il sacrificio» (Os 6,6).

 

Spunti di Riflessione

Un amore paradossale
L’uomo dalla mano inaridita rappresenta gli stessi scribi e farisei, incapaci di operare secondo ciò che conoscono e desiderano. Essi infatti cercano sicurezza contro la paura originaria di Dio e la trovano nel sottomettersi, senza riuscirci a colui che temono. Non riusciranno a capacitarsi quando, in Gesù, Dio si rivela come amore, misericordia e tenerezza: non è più l’uomo per il sabato ma il sabato per l’uomo, non è più l’uomo per Dio, ma è Dio per l’uomo. Perché Dio è amore. E l’amore consiste nell’amare l’altro più di sé. È paradossale, ma vero, il fatto che Dio ama l’uomo più di sé: «Dio ha infatti tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).
Fénelon ebbe a scrivere queste acute riflessioni: « Un’anima che è tutta di Dio non resta più secca, ristretta e chiusa dalle strettezze e dalle disuguaglianze dell’amor proprio. Ama solo per Dio, e quindi ama come Dio di un amore meraviglioso. L’amore sopporta tutto, soffre tutto, spera tutto, per il prossimo; l’amore sormonta tutte le fatiche; dal fondo del cuore si diffonde nella sensibilità; s’intenerisce sui mali degli altri, non conta per nulla i propri mali; consola, compassiona. Si ridimensiona: piccolo coi piccoli, s’innalza con i grandi; piange con chi piange, si rallegra con chi è nella gioia; si fa tutto a tutti, non con un’apparenza forzata o con una dimostrazione arida, ma con l’abbondanza del cuore in cui l’amor di Dio è una sorgente perenne di sentimenti teneri, forti e meravigliosi. Nulla è così secco, così freddo, così duro, così chiuso come un cuore che ama solo se stesso in tutte le cose. Nulla è così tenero, così aperto, così vivo, così dolce, così amabile, così compassionevole come un cuore che è posseduto e animato dall’amore divino».

 

La Parola per me, Oggi

Stendiamo oggi la nostra mano obbedendo alla Parola potente di Gesù che ci guarisce in profondità e ci insegna a guardare gli altri con amore, per diventare “mani” aperte per accogliere il dolore di ogni fratello.

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, nostro Padre, il tuo Figlio ci ha insegnato che ai tuoi occhi la salvezza dell’uomo viene prima dell’osservanza di qualsiasi precetto. Fa’ che questa lezione non venga mai dimenticata da noi, e aiutaci ad essere sempre felici del bene che viene compiuto, anche al di fuori della nostra mentalità, dei nostri schemi. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Signore.

 

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