Messalino di Martedì 2 Agosto

Messalino di Martedì 2 Agosto

 

Dal libro del profeta Geremia (30,1-2.12-15.18-22)

Parola rivolta a Geremia da parte del Signore:
«Così dice il Signore, Dio d’Israele: Scriviti in un libro tutte le cose che ti ho detto.
Così dice il Signore:
La tua ferita è incurabile,
la tua piaga è molto grave.
Nessuno ti fa giustizia;
per un’ulcera vi sono rimedi,
ma non c’è guarigione per te.
Ti hanno dimenticato tutti i tuoi amanti,
non ti cercano più;
poiché ti ho colpito come colpisce un nemico,
con un castigo spietato,
per la tua grande iniquità,
perché sono cresciuti i tuoi peccati.
Perché gridi per la tua ferita?
Incurabile è la tua piaga.
Ti ho trattato così
per la tua grande iniquità,
perché sono cresciuti i tuoi peccati.
Così dice il Signore:
Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe
e avrò compassione delle sue dimore.
Sulle sue rovine sarà ricostruita la città
e il palazzo sorgerà al suo giusto posto.
Vi risuoneranno inni di lode,
voci di gente in festa.
Li farò crescere e non diminuiranno,
li onorerò e non saranno disprezzati;
i loro figli saranno come un tempo,
la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me,
mentre punirò tutti i loro oppressori.
Avranno come capo uno di loro,
un sovrano uscito dal loro popolo;
io lo farò avvicinare a me ed egli si accosterà.
Altrimenti chi rischierebbe la vita
per avvicinarsi a me?
Oracolo del Signore.
Voi sarete il mio popolo
e io sarò il vostro Dio.

* La vera preoccupazione del profeta non è più il futuro re, ma la futura comunità, che non sarà più limitata a Gerusalemme, ma ingloberà le antiche tribù del Nord.

 

Salmo Responsoriale(dal Sal 101)
Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.
Perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.

 

Canto al Vangelo (Gv 1,49b)
Alleluia, alleluia. Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele! Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (14,22-36)

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

* In questa scena appare chiaro in modo drammatico cosa voglia dire credere. È la percezione del solenne «Sono io», che chiama l’uomo e lo attrae; poi l’impulso di andare da lui per essere con lui; il camminare senza pericolo sugli abissi, portati dalla fiducia e dall’amore; anche il vacillare della fiducia e il momentaneo venir meno delle forze.

 

Spunti di Riflessione

Si mise a camminare sulle acque
A pregare… da solo. La preghiera è l’ossigeno dell’anima. Noi sentiamo un bisogno intenso di pregare e proviamo anche una difficoltà a pregare. Ne abbiamo bisogno soprattutto nei momenti terribili, nei momenti in cui non sappiamo che cosa fare; nei momenti in cui ci si rovescia addosso il dolore, la malattia, soprattutto la morte. Gesù che è Gesù, ha bisogno di questa preghiera personale. Certe volte è sufficiente andare in chiesa, ci si mette lì, seduti, non si dice niente; è come prendere il sole, ma si esce dalla chiesa con l’animo confortato, c’è una serenità dentro.
Sul finire della notte. Quindi Gesù passò in preghiera gran parte della notte. Egli andò verso di loro camminando sul mare: è già un anticipo della Risurrezione. Con la Risurrezione saltano tutte queste leggi fisiche, chimiche, biologiche che ci legano quaggiù, per esempio: la legge di gravità. Saremo in un altro stato di vita.
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». È audace nella sua richiesta: «Comandami di venire verso di te»; che io venga quasi a toccarti. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Cammina finché guarda Gesù; appena comincia a guardare sé stesso affonda. Succede così anche a noi; se noi mettiamo la sicurezza in noi stessi andiamo a fondo: siamo sempre incerti; se noi guardiamo a Dio, anche quando tutte le porte sono chiuse, si cammina, si va avanti. Ecco la fede: guardare a Lui, ascoltare Dio. Invece noi continuamente non facciamo che guardare noi stessi, ascoltare noi stessi.

 

La Parola per me, Oggi

L’avventura di Pietro è quella di ogni uomo: se guardiamo le nostre paure, le nostre difficoltà affondiamo; se guardiamo Gesù e la sua promessa camminiamo. Anche oggi siamo chiamati a scegliere tra i nostri “fantasmi”, le nostre paure e la sua mano tesa per afferrarci.

 

 

La Parola si fa Preghiera

Sostieni la nostra debolezza, Signore, quando le difficoltà della vita ci fanno vacillare. Quando il vento è contrario e tutto sembra mettersi contro di noi, vieni in nostro aiuto nella persona di colui che solo può salvarci, Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus