Messalino di Martedì 28 Agosto

Messalino di Martedì 28 Agosto

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi(2,1-3a.13-17)

Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo!
Noi dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come
primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità.
A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera. E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.

* Questo frammento della lettera di Paolo pone i cristiani di fronte al problema dell’aldilà: un problema sempre sconvolgente.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 95)
Vieni, Signore, a giudicare la terra.

Dite tra i popoli: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene.

Acclamino tutti gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

 

Canto al Vangelo (Eb 4,12)
Alleluia, alleluia. La parola di Dio è viva, efficace: discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (23,23-26)

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite
le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

* Lo zelo per minuziose pratiche, come il pagamento della decima su verdure insignificanti quale la menta, l’anéto e il cumìno, coesisteva con la negligenza verso i comandamenti più importanti. Essi con somma diligenza scolano le bevande per non essere contaminati dal moscerino, ma poi inghiottono il cammello.

 

Spunti di Riflessione

Purificare l’interno
Il rimprovero centrale all’atteggiamento contraddittorio del fariseismo è quello di non essersi curati delle cose essenziali della Legge: giustizia, misericordia, fedeltà. Non tutti i comandamenti sono uguali, come sostenevano i maestri giudaici. Al contrario, le esigenze divine si riassumono nel comandamento dell’amore del prossimo (7,12). Amare Dio e amare il prossimo è il cardine su cui ruota tutta la rivelazione divina intesa nel suo aspetto normativo (22,40). Ora nei primi posti sono classificati atteggiamenti concreti di amore, come la giustizia verso i poveri e gli indifesi, la misericordia che si piega a prestare aiuto ai bisognosi, la fedeltà verso Dio e verso gli altri.

La condotta farisaica, descritta con l’immagine del bicchiere e del piatto, trova la sua definizione nell’antitesi tra l’esterno e l’interno dell’uomo, cioè tra l’apparenza  e la realtà profonda. I maestri della legge e i farisei si preoccupavano di presentare puro e cristallino l’aspetto esterno e visibile della loro esistenza, ma nel profondo nascondevano il marcio della violenza e dell’immoralità. L’originalità di quest’invettiva è il fatto che alla denuncia  tien dietro l’esortazione a purificare l’interno affinché anche l’esterno diventi puro. Nessun dualismo tra essere e apparire, ma una decisa precedenza per l’essere da cui trae senso l’apparire.

 

La Parola per me, Oggi

Una bambina romana morta a 7 anni in una delle sue letterine a Gesù gli diceva: «Signore, io voglio avere un cuore bello!». Queste parole di una semplicità disarmante potrebbero essere il contenuto della mia preghiera oggi.

 

La Parola si fa Preghiera

Madre mia Immacolata, tu che hai accolto la Verità in te
e l’hai offerta al mondo nella trasparenza del tuo essere,
insegnami a guardare dentro me stesso e a riconoscere con umiltà le ombre che impediscono a Gesù, Luce del mondo, di ardere nel mio cuore e di sfavillare sul mio volto.

 

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