Messalino di Martedì 28 Febbraio

Messalino di Martedì 28 Febbraio

 

Dal libro del profeta Isaia (55,10-11)

Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

* La Parola è come un messaggero che torna dal padrone solo dopo aver compiuto la missione affidatagli. La Parola di Dio non è sterile, ma profondamente creatrice.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 33)
Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.

Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.

 

Canto al Vangelo (Mt 4,4b)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Dal Vangelo secondo Matteo (6,7-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

* Con il Padre Nostro si chiede la manifestazione del Regno, poi la liberazione dal male, dal peccato che minaccia chi prega e il perdono che si può ottenere, però, perdonando allo stesso tempo chi ci ha offeso.

 

Spunti di Riflessione

Padre
Gesù ci ha rivelato il Padre in una maniera molto bella. Ci ha parlato della predilezione del Padre celeste per coloro che fanno splendere la loro luce di carità, per i perseguitati, per gli umili, per quelli che formano il «piccolo gregge». Il Padre celeste si prende cura di tutti, molto più che degli uccelli e dei gigli dei campi, degli anemoni. Non è possibile comprendere nessuna domanda del Padre Nostro se non la si fa precedere da questa invocazione tenerissima: Abbà, Babbo.

Perdonaci, come noi perdoniamo
Quanto c’è bisogno di perdonare! Nella vita delle famiglie, come nella vita delle comunità, c’è un bisogno estremo, disperato di perdono. Se uno non si mette in mente che deve perdonare, non può vivere, diventa matto, perché ogni momento vedrà qualcuno che gli vuol male, che lo tratta male.
Il centro della carità è il perdono. Dare attenzione e amare gli altri come se niente fosse. Non badare alle offese che si ricevono.

 

La Parola per me, Oggi

«Sia fatta la tua volontà come in Cielo così in terra»: è l’equivalente della giaculatoria di Gesù: «Sì, Padre». Accettare ciò che manda il Signore: manda la pioggia? Grazie della pioggia. Manda la neve? Grazie della neve. Manda la bufera? Grazie della bufera. Digli grazie, vedrai come cambia tutto.

 

La Parola si fa Preghiera

Ti rendiamo grazie, Padre, perché ci hai fatto esistere chiamandoci per nome, ma molto più ti ringraziamo e ti lodiamo per Gesù Cristo, che ci ha insegnato a conoscerti e a chiamarti con il nome di “Padre”.

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