Messalino di Martedì 4 Luglio

Messalino di Martedì 4 Luglio

 

Dal libro della Genesi (19,15-29)

In quei giorni, quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della città di Sòdoma». Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar.
Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.
Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.

* Il particolare sulla moglie di Lot trasformata in una statua di sale si spiega per la disubbidienza all’ordine del v. 17, un’avvertimento contro ogni sterile rimpianto quando Dio ci chiama a seguire una direzione precisa.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 25)
La tua bontà, Signore, è davanti ai miei occhi.

Scrutami, Signore, e mettimi alla prova,
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
La tua bontà è davanti ai miei occhi,
nella tua verità ho camminato.

Non associare me ai peccatori
né la mia vita agli uomini di sangue,
perché vi è delitto nelle loro mani,
di corruzione è piena la loro destra.

Ma io cammino nella mia integrità;
riscattami e abbi pietà di me.
Il mio piede sta su terra piana;
nelle assemblee benedirò il Signore.

 

Canto al Vangelo (Sal 129,5)
Alleluia, alleluia. Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (8,23-27)

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

* Alla furia della tempesta viene contrapposto il placido sonno di Gesù, che i discepoli devono destare in mezzo al fragore degli elementi. La sicurezza e la fermezza di Gesù sta in evidente contrasto con l’angoscia e la paura degli Apostoli.

 

Spunti di Riflessione

Il risveglio della fede

* Mettersi al seguito del Signore significa esporsi all’incertezza e alla tempesta. Cristo non offre una piacevole sicurezza ai suoi discepoli e alla Chiesa, ma li spinge sempre in mezzo alla tempesta. Gesù si presenta sotto un aspetto diverso da quello che credono gli uomini. Ma proprio quando i discepoli perdono la propria sicurezza, il Signore si china compassionevolmente su di loro.
Il racconto della tempesta sedata è in realtà la storia della fede. La fede dei discepoli di Gesù è una fede combattuta dalle tribolazioni, provata e purificata dalla tempesta delle persecuzioni. Il pericolo deve provocare il risveglio della fede e non l’abbattimento della paura.
Pur paurosi e di poca fede, i discepoli hanno nel Signore quella fede che li fa rivolgere a Lui. Non bisogna «spegnere il lucignolo fumigante» (Mt 12,20). È di grande valore anche quella poca fede che esce nelle situazioni limite. Nel bisogno il figlio si rivolge naturalmente alla mamma e l’uomo a Dio, non ad altri. Ogni difficoltà e angustia ci introduce sempre più profondamente nella fede in Lui.

* Seguire Gesù nella vita non vuol dire rifugiarsi nel porto sicuro della tranquillità. Le acque dell’esistenza del discepolo sono mosse, a volte agitate, perfino tempestose. Ma egli sperimenta la presenza del Salvatore. La vocazione cristiana chiama ad una fede coraggiosa.

 

La Parola per me, Oggi

Dio dorme, però è presente. Noi non crediamo a questa presenza di Dio. È il Signore, il Cristo Risorto che è presente più che mai in mezzo a noi. Se noi fossimo convinti di questa presenza di Dio anche se dorme, anche se tace, allora potremmo affrontare le burrasche più tremende con una certezza, che accanto a noi c’è qualcuno.

 

La Parola si fa Preghiera

Chi sei Tu, che domini anche le potenze più oscure?
Chi sei Tu, che cammini sul mare delle nostre paure?
Chi sei Tu, la cui voce placa ogni tempesta?
Sono qui, mio Signore,
pronto ad incontrarti al fondo di ogni mia angoscia.
Tu sei Dio.

 

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